Ieri mattina il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ha ricevuto a Palazzo Mosti una delegazione di infermieri dell’Opi locale (guidato dal presidente Massimo Procaccini) e ha espresso nei confronti della categoria massima stima, solidarietà e vicinanza sulla questione “demedicalizzazione” delle ambulanze.
«In qualità di presidente del Comitato di rappresentanza dei Sindaci dell’Asl – ha spiegato Mastella – ho ritenuto opportuno rinnovare il sentimento di massima stima e gratitudine agli infermieri. La carenza di medici è un problema di ordine nazionale con cui l’Asl e le istituzioni sanitarie sono costrette a fare i conti e gli infermieri, sono convinto lungi dall’essere mossi da intenti surrogatori, sono risorse preziose e insostituibili per fronteggiare questo problema in maniera valida ed efficace.
Sono professionisti laureati, con competenze multisettoriali e una formazione sempre più alta e accurata che avviene in ambito accademico. Per questo il loro apporto nel primo approccio, emergenziale, con il paziente è tanto competente quanto valido: alimentare paure e allarmismi in questo campo è un atto di irresponsabilità e inopportuno verso i cittadini e verso i professionisti della sanità che si adoperano, quotidianamente e sinergicamente, ai bisogni di salute dei cittadini».
Grazie per le belle parole a difesa della nostra professionalità, caro sindaco. Ma… Quali intenti surrogatori? Con ogni probabilità lei, così come tutta (o quasi) la politica italiana, è male informata: in Italia, a mancare non sono affatto i medici. A certificarlo è stata la Corte dei conti nel report del 2020, specificando che “In termini di numero di medici, il nostro Paese è in cima alle graduatorie europee: operano in Italia 3,9 i medici per 1000 abitanti contro i 4,1 in Germania, i 3,1 in Francia e i 3,7 in Spagna”.
“Diverso il caso del personale infermieristico – si legge nel documento –dove, all’opposto, nel nostro Paese è molto inferiore alla media europea il numero degli operatori laureati e più limitati sono i margini di un loro utilizzo, nonostante il crescente ruolo che questi possono svolgere in un contesto di popolazione sempre più anziana”.
A mancare, in Italia sono gli infermieri! E a ribadirlo sono statistiche come EU, World Bank, OECD e WHO, che concordano in toto con l’analisi della Corte dei Conti. Secondo l’OECD, addirittura in Italia ci sono troppi medici rispetto alle altre professioni; mentre gli infermieri, come certificato da World Bank e WHO, sono meno della metà di altre nazioni.
Altro che intenti surrogatori…
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