“In Calabria i medici e gli infermieri imboscati sono più di 1200”


Continua la polemica sui presunti professionisti sanitari calabresi ‘imboscati‘, ovvero spostati in ufficio o comunque adibiti a mansioni diverse a quelle per cui sono stati assunti. A gettare benzina sul fuoco è Davide Tavernise, presidente del gruppo consiliare Movimento 5 Stelle Calabria: «Prosegue il mio lavoro di ispezione e la mia battaglia sul fenomeno dei medici “imboscati”», spiega.


E stavolta con ancora più informazioni, visto che «sono arrivati i dati dell’Asp di Catanzaro che, sommandosi agli altri da me raccolti, confermano la gravità del fenomeno, numeri decisamente preoccupanti che richiedono un intervento immediato del governatore e commissario della sanità Roberto Occhiuto per andare a scovare chi crea un disagio, oltre alla già disastrata sanità calabrese, anche ai suoi stessi colleghi costretti a sobbarcarsi turni massacranti nei pronto soccorso e nelle corsie degli ospedali della nostra regione».


Ma quanti sarebbero questi lavoratori “imboscati” del sistema sanitario regionale? Tra chi svolge un lavoro diverso da quello previsto e chi è in possesso di inidoneità o di prescrizioni limitanti, si parla di 1218 dipendenti.


Per contrastare il fenomeno, però, sembrano esserci notizie positive: «Mi è stato comunicato che è in corso di aggiornamento il “Regolamento aziendale per la verifica della idoneità al servizio del personale” che risaliva al 2017. Grazie a questo strumento si possono avviare le verifiche da parte delle commissioni mediche competenti e, ove dalle stesse indicato, provvedere conseguentemente al cambio di qualifica per i lavoratori che non stanno svolgendo il loro lavoro in corsia senza alcuna giustificazione valida.


Questa notizia mi fa capire una volta di più che il contrasto a questo fenomeno è possibile de è solo questione di volontà politica se intraprenderlo o meno», conclude Tavernise. 

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Alessio Biondino

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