Pacche sulle spalle, medaglie, monete, parate, spiccioli nei contratti e adesso una bella piazza. È così che in Italia si è convinti di ‘riconoscere’ l’impegno, l’abnegazione e la professionalità di chi si è battuto praticamente a mani nude contro il Covid.
Riconoscimenti squattrinati
Non è infatti passato chissà quanto tempo dagli ultimi commossi ringraziamenti (la parata del 2 giugno), eppure si seguita per tutto lo stivale a tributare riconoscimenti squattrinati per gli ex ‘eroi’ della pandemia.
Stavolta è stato il turno di Meina (Novara), dove lo scorso 18 giugno è stata inaugurata la “Piazza medici e infermieri d’Italia” al cospetto dei sindaci del territorio piemontese, del Prefetto (Francesco Garsia) e del presidente dell’Ordine dei medici di Novara (F. D’Andrea).
Non dimenticare
Come spiegato dal primo cittadino novarese Fabrizio Barbieri, “L’obiettivo di questa iniziativa è quello di non dimenticare il lavoro degli operatori sanitari durante la pandemia oltre al loro impegno al di fuori dell’emergenza, che comunque non è ancora finita”.
Spirito di abnegazione
Come riportato da La Voce di Novara (VEDI), all’evento era presente anche l’assessore regionale con delega al Covid (Matteo Marnati) che ha così commentato: “Un ringraziamento particolare ai medici e agli infermieri, in prima linea nell’affrontare la pandemia, ma anche ai sindaci, volti dello Stato sul territorio, impegnati per sostenere le proprie comunità locali nel corso di mesi segnati da molte incertezze e soprattutto da molti lutti, e alle forze dell’ordine per il preziosissimo contributo e per lo spirito di abnegazione.
Il nostro è stato un lavoro di squadra che ci ha visti impegnati tutti, indistintamente, al di là dei singoli ruoli. Solo facendo squadra e puntando tutte le nostre forze sulla ricerca si è riusciti a contenere e sconfiggere il virus, nella fase più critica, anche se la guardia non va mai abbassata perché il Covid, anche se ora la situazione è sotto controllo, circola ancora.
La sanità per anni è stata oggetto di tagli. La pandemia ci ha posto di fronte ad una dura realtà che ha imposto una riflessione e un deciso cambio di passo nella consapevolezza che la salute è il bene primario. E su questo occorre investire”.
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