Infermiera in maternità sospesa perché non vaccinata

Accade in provincia di Bergamo: un’infermiera dipendente dall’Asst di Treviglio, a casa in maternità e in fase di allattamento, ha ricevuto la nota di sospensione dal servizio. La motivazione? Non è in regola con la vaccinazione anti-Covid, requisito senza il quale non potrà rientrare al lavoro fino al 31 dicembre dell’anno in corso.

Gravidanza o maternità? Bisogna comunque vaccinarsi

La Regione Lombardia non ha fatto altro che applicare la legge: essere in gravidanza o allattamento, secondo le evidenze scientifiche attuali, non è un motivo per non immunizzarsi contro il Sars-Cov2; a meno che, ovviamente, non vi sia una controindicazione certificata dal medico. I benefici superano di gran lunga i rischi e sembra che anche il bimbo possa risultare protetto, insomma.

Il testo di Palazzo Lombardia parla piuttosto chiaro: “È raccomandato effettuare la vaccinazione anti Covid-19 in quanto protegge la salute della mamma, quella del bambino, della famiglia e della comunità. Può essere effettuata in qualunque periodo della gravidanza”.

Vaccino raccomandato anche in allattamento

E ancora: “La vaccinazione è raccomandata anche durante l’allattamento materno, che va promosso, sostenuto e non interrotto”. Infine: “Se hai dei dubbi è importante chiedere informazioni sulla sicurezza del vaccino in gravidanza e sul rischio individuale di sviluppare una malattia grave da Sars-Cov-2 all’ostetrico-ginecologo, all’ostetrica, al neonatologo-pediatra, o al medico di medicina generale”.

Niente scuse

Non c’è spazio per interpretazioni personali o scuse, quindi. Eppure dalla Regione fanno sapere che  “In alcuni casi le lavoratrici comunicano di aver appena partorito o di essere in attesa, pensando che possa bastare come spiegazione, in altri non rispondono, forse dando per scontato che la loro situazione, essendo a casa in maternità, non venga considerata dalle Ats. Ma non è così e le recenti indicazioni della Comunità scientifica parlano abbastanza chiaro”.

Ed è per questo che, come riportato da Il Corriere della Sera, in seguito ai diversi casi segnalati dall’assessorato regionale al Welfare, le Ats non stanno facendo altro che verificare se sia avvenuta o meno la vaccinazione. In caso negativo, queste inviano l’accertamento agli ordini professionali di competenza che si vedono costretti, pressoché automaticamente, a procedere con le sospensioni.

Stop allo stipendio?

La sospensione in oggetto vedrà anche uno stop per quanto riguarda lo stipendio? Probabilmente no: la norma in vigore, infatti, non ha affatto uno scopo ‘punitivo’, bensì quello di scongiurare la diffusione del virus. Per questo, il trattamento previdenziale dovrebbe rimanere invariato al di là dei provvedimenti legati alla mancata vaccinazione.

Autore: Alessio Biondino

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Alessio Biondino

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