L’infermiera: la nuova serie TV targata Netflix

La serie Netflix L’infermiera: la storia dell’infermiera Christina Aistrup Hansen, condannata a 12 anni di reclusione per omicidi plurimi.

Da pochi giorni è disponibile sulla piattaforma streaming Netflix una nuova miniserie thriller tratta da una storia di cronica nera che nel 2016 sconvolse la Danimarca: “L’infermiera”.

Al centro della storia c’è l’infermiera Christina Aistrup Hansen, condannata a 12 anni di reclusione per omicidi plurimi.

L'infermiera serie Netflix:  la storia dell'infermiera Christina Aistrup Hansen
L’infermiera serie Netflix: la storia dell’infermiera Christina Aistrup Hansen

La serie – diciamolo – non è perfetta, anzi: non è particolarmente strutturata, non ci sono colpi di scena, però in compenso le interpretazioni sono buone e nel complesso è lineare e piacevole da seguire. Consiglio di vedere la serie soprattutto agli infermieri, non solo perché al centro della storia ci sono infermiere, ma perché ci mostra la realtà infermieristica danese di un piccolo pronto soccorso di periferia. Preciso però che questa non è una medical drama, quindi non ci si concentra sull’aspetto medico, quanto su quello degli omicidi.

La prima considerazione che ho fatto guardando la miniserie Netflix “L’infermiera” è stata riguardo la narrazione rispettosa della professione infermieristica, rispetto a cui in Italia non siamo abituati. L’Italia, nei propri prodotti, supportata anche dall’immaginario collettivo e dal cattivo esempio che danno molti colleghi, tende a screditare il ruolo dell’infermiere, a relegarlo ad ausiliario del medico, dando unicamente risalto alla figura del “dottore”; cosa che gli addetti ai lavori sanno essere ben distante dalla realtà: sappiamo infatti che mentre i medici stanno assumendo sempre più la forma di un burocrate o amministratore, gli infermieri stanno assumendo quella di professionista clinico a tutto tondo che deve sapere e saper eseguire ogni procedura possibile. Piccola parentesi: questo non è detto sia un bene. Questo prodotto mostra la totale autonomia degli infermieri. E qui parte il secondo punto.

Gli infermieri in Danimarca dimostrano di avere molta autonomia in tanti campi a differenza dell’Italia in cui si sente ancora troppo spesso (anche per cose futili) “devo chiedere al medico”, “deve parlare con il medico”; e tutto questo accade nonostante teoricamente gli infermieri italiani abbiamo un titolo di studio superiore: infatti, mentre in Italia tutti dobbiamo conseguire una laurea,
in Danimarca si consegue un diploma professionale e solo dopo se si desidera si può proseguire con una laurea e una specializzazione.

Faccio subito una precisazione riguardo la serie per evitare polemiche: nella serie ci sono unicamente infermiere donna (mentre gli ausiliari uomini) non perché – come avviene in Italia – viene ridicolizzato l’uomo infermiere e quindi “per rispetto verso la professione” non viene mai mostrato, ma perché semplicemente in Danimarca il 97% degli infermieri sono donne e solo il 3%
uomini.

Quindi è credibile che in un piccolo ospedale di un altrettanto piccola comunità contadina ci siano unicamente infermiere donne. E’ bello ogni tanto vedere una rappresentazione degna della professione! Che l’Italia prenda esempio.

Autore: Giuseppe Gervasio

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