Infermiera Sexy a Riccione: infuria la polemica Ipasvi

Il collegio Ipasvi di Pesaro-Urbino non ha mancato di sollevare polemiche e dubbi sulla correttezza della campagna pubblicitaria che, con non troppa fantasia, vede una famosa pornoattrice italiana indossare gli abiti di un’infermiera sexy al fine di sollecitare le presenze alla serata a tema di queste sere nella discoteca “Pepenero” di Riccione . Manifestazioni di sdegno generale e il malcontento delle infermiere hanno caratterizzato i commenti sulla pagina facebook degli organizzatori e non solo su quella.

Infermiera Sexy: stereotipo, leggerezza o deliberata offesa?

Immagino che la motivazione ultima che abbia mosso i creatori dell’evento non fosse quella di offendere la categoria infermieristica, il problema è che il goffo tentativo di rifarsi ad uno stereotipo comunque vetusto ha condotto a questo esito. Le ragioni per le quali ci si ostina ad utilizzare questi espedienti sono, però, di facile lettura: gli organizzatori sono consapevoli che utilizzare l’immagine dell’infermiera sexy ha, ancora oggi, una forte presa su una fetta rilevante di uomini e avventori di questi locali.

Chi, ingenuamente, ha lanciato i propri strali di dissenso contro la pornoattrice o gli organizzatori dell’evento, dovrebbe forse riflettere anche sulla platea di spettatori ancora disposta a non comprendere il ruolo di una figura complessa e professionalmente emancipata come quella dell’infermiere.

Questo è il punto. Il punto è la consapevolezza sociale di un ruolo ancora scarsamente considerato e che manca, allo stato attuale, di un rimando ad un assetto culturale scevro da condizionamenti grossolani.

Superare gli stereotipi

Il terreno sul quale muoversi non è quello di un banale oscurantismo censorio, parte di queste polemiche e commenti hanno solo concesso agli organizzatori di ampliare la portata del loro evento. Ciò che deve essere fatto al più presto è intervenire con intelligenza e acume su quelle intere fasce di popolazione italiana che mal concepiscono la nuova idea dell’infermiere come soggetto degno di nota e rispetto professionale e umano.

Martino Vitaliano Di Caudo