Infermiere abusivo condannato in Cassazione, documenti dal mercato nero

Redazione 11/04/25

Otto mesi di reclusione e 10.000 euro di multa per un infermiere abusivo, condannato per esercizio abusivo della professione infermieristica e uso di documentazione falsa. Secondo l’accusa, il 67enne aveva ottenuto un impiego in una clinica privata presentando un certificato contraffatto, utilizzato sia per farsi assumere che per tentare di regolarizzare la propria posizione presso l’OPI di competenza territoriale.

Il documento falso, secondo quanto emerso in aula, sarebbe stato ottenuto tramite il mercato illegale delle contraffazioni. Un episodio che solleva nuovamente il problema dell’efficacia dei controlli sui titoli di chi opera nel sistema sanitario, soprattutto in un contesto in cui il personale infermieristico scarseggia e la pressione sulle strutture è costante.

L’infermiere abusivo è stato condannato in primo grado e successivamente anche in appello, l’uomo ha tentato la via della Cassazione, sostenendo l’assenza di prove concrete del reato e sollevando presunti vizi di motivazione nelle sentenze precedenti.

La difesa ha inoltre sostenuto che il reato sarebbe ormai prescritto, poiché consumato nel 2015, quando l’uomo cercò di sanare la sua posizione con il documento falso.

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Le procedure disciplinari delle professioni sanitarie

La giurisprudenza ha voluto spiegare la relazione umana e contrattuale che lega l’operatore al paziente e viceversa, coniando un nuovo termine: contatto sociale. Le professioni sanitarie consistono in attività delicate, che purtroppo, ora più frequentemente, incidono nella sfera personale del paziente e soprattutto nei suoi interessi primari, come è appunto la salute. L’attrito che ne può derivare, al di là delle capacità di gestione del professionista, finisce spesso nel contenzioso, che dapprima viene affrontato dalla stessa Azienda sanitaria, alla quale interessa primariamente la soddisfazione dell’utente. Per questo motivo, il professionista si trova ad affrontare delle accuse di negligenza, di imperizia o di imprudenza che si sviluppano in molti modi ma che potrebbero incidere anche definitivamente sul suo futuro professionale. Lo stress, il senso di abbandono e di disarmo che investono l’operatore innocente durante le fasi disciplinari sono perlopiù prodotti dal timore di veder macchiata la propria reputazione con effetti deleteri sull’autostima e sull’eterostima. Inoltre, l’ignoranza del diritto disciplinare è un catalizzante della paura che impedisce al lavoratore di difendersi pienamente dalle accuse perché paralizza ogni possibilità di reazione. Quest’opera è stata realizzata per offrire alle professioni sanitarie un utile strumento di conoscenza e, quindi, di difesa. per comprendere pienamente le regole del sistema così da poterlo gestire in maniera produttiva e, comunque, nel senso della verità e della giustizia. La conoscenza del diritto impedirà una strumentalizzazione della procedura disciplinare affinché non diventi un momento di ritorsione e di punizione per fatti estranei alle accuse. Mauro Di Fresco Insegna Diritto Sanitario ai master infermieristici di I e II livello della Prima Facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma. Alla Seconda Facoltà (Ospedale Sant’Andrea) insegna Diritto del Lavoro Sanitario al Corso di Laurea Magistrale in Infermieristica. È relatore di diversi corsi ECM di carattere nazionale, responsabile del link Diritto Sanitario nella rivistaLa Previdenzae scrive anche su Studio Cataldi, Diritto e Diritti, Infoius.it. È consulente legale nazionale di diversi sindacati che operano nel comparto Sanità e nella Dirigenza Medica oltre che in 52 Associazioni di pazienti.

 

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Ma la Suprema Corte ha respinto il ricorso, ritenendolo inammissibile. I giudici hanno infatti stabilito che la prescrizione è scattata solo dopo la sentenza d’appello, pronunciata il 20 aprile 2023. Oltre alla conferma della condanna, l’uomo dovrà versare anche 3.000 euro alla Cassa delle ammende, oltre alle spese processuali.

Un caso che solleva domande serie sulla sicurezza delle certificazioni in ambito sanitario e sulla necessità di controlli più rigorosi, soprattutto in un contesto di grave carenza di professionisti e di deregolamentazione per molti infermieri extracomunitari, le trame dei controlli potrebbero allentarsi sempre di più, mettendo in pericolo la salute dei cittadini nelle mani di questi criminali.

Fonte: Perugiatoday.it

Redazione

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