Un altro episodio di violenza in ospedale: questa volta il malcapitato è un infermiere aggredito a Pescara. L’ennesima notizia di sanitari aggrediti da pazienti e che riporta drammaticamente alla ribalta il problema della sicurezza nei pronto soccorso italiani. L’accaduto evidenzia ancora una volta la fragilità delle condizioni lavorative del personale sanitario, esposto quotidianamente a minacce e aggressioni fisiche.
Infermiere aggredito a Pescara
“Questa volta è toccato a me, la prossima potrebbe essere di nuovo una collega. Il rischio è sempre lì“. Sono le parole amare di Alessandro, in servizio al Pronto Soccorso di Pescara da quindici anni, vittima dell’ennesima aggressione ai danni del personale sanitario.
Giovedì sera, verso la fine del suo turno al Triage, Alessandro ha vissuto minuti di vera paura. Un paziente appena arrivato, non presentando segni di emergenza, era stato fatto accomodare in sala d’attesa. Dopo pochi minuti, però, la situazione è precipitata: l’uomo, completamente fuori controllo, ha iniziato a urlare, minacciare gli altri pazienti e persino palpeggiare una donna presente in sala. Alessandro non ci ha pensato due volte e, d’istinto, è intervenuto per proteggere gli altri utenti presenti.
Proprio la divisa, simbolo di aiuto e assistenza, ha innescato ulteriormente la furia del 45enne marocchino, che ha colpito l’infermiere con pugni e schiaffi. L’incubo è terminato solo con l’intervento tempestivo delle guardie giurate, che hanno bloccato l’aggressore fino all’arrivo dei carabinieri. Alessandro, colpito alla schiena e al torace, ha riportato una prognosi di dieci giorni.

Se sei stanco di lavorare in ospedale, fare i turni e saltare continuamente i riposi, dovresti valutare la possibilità di lavorare sul territorio. La sanità è ormai alla disperata ricerca di migliaia di Infermieri di Famiglia e di Comunità e forse varrebbe la pena formarsi per diventarlo.
Inoltre, per chi ha già la fortuna di farlo, l’investimento in una formazione specialistica e uniforme per gli infermieri di famiglia e comunità rappresenta una necessità imprescindibile per colmare le attuali disparità e allineare il sistema sanitario italiano agli standard internazionali.
A ragione di ciò, e per approfondire il tema, invitiamo alla lettura del manuale di infermieristica comunitaria “Costruire ben-essere nella comunità locale – Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità” un testo fondamentale per comprendere il potenziale e l’applicazione di questo importante e innovativo ruolo infermieristico, disponibile su MaggioliEditore.it e Amazon la lettura è consigliata a chiunque disponga di abbastanza interesse per fare la differenza sul territorio e cambiare vita professionale.
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Manuale di Infermieristica di Famiglia e di Comunità
Costruire ben-essere nella comunità locale
Di Infermieristica di Famiglia e di Comunità si parla in Italia dai primi anni del 2000.Da allora, molto si è dibattuto intorno a questa professionalità e al suo ruolo, cercando di farne emergere le possibilità operative e l’integrazione con le altre figure e funzioni della rete formale dei servizi, fino a quando la pandemia ci ha drammaticamente mostrato tutta l’inadeguatezza della risposta sanitaria a livello territoriale.Sono stati anni bui, dai quali abbiamo imparato che la difficoltà di accedere all’ospedale, sul quale poggia tutto il sistema, crea un cortocircuito a danno degli operatori, ma soprattutto dei cittadini, portatori di bisogni sia sociali che sanitari. Tuttavia l’emergenza sanitaria ha consentito di attivare riflessioni intorno al problema delle cure primarie e della funzione di gate keeping che il territorio dovrebbe svolgere. Le recenti norme legislative di riorganizzazione del si-stema territoriale hanno per la prima volta delineato un profilo specifico per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità.Il presente volume è il primo manuale davvero organico e completo per l’Infermiere di Famiglia e di Comunità, e sarà di certo una risorsa preziosa- per gli studenti che intraprenderanno un percorso formativo in cure territoriali e in Infermieristica di Famiglia e di Comunità- per chi partecipa a concorsi- per i professionisti, non solo infermieri, che vorranno volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti.Guido LazzariniProfessore di Sociologia dell’Università di Torino, docente di Sociologia della salute nel Corso di Laurea in Infermieristica.Tiziana StobbioneDottore di ricerca in Sociologia, Scienze organizzative e direzionali. Bioeticista. Professore a contratto d’Infermieristica presso la Scuola di Medicina dell’Università di Torino.Franco CirioResponsabile per le professioni sanitarie della Centrale Operativa Territoriale di Governo della continuità assistenziale e dei Progetti innovativi a valenza strategica dell’ASL Città di Torino.Agnese NataleSi occupa di ricerca, formazione e operatività nell’ambito della partecipazione e dell’empowerment di gruppi e persone in condizione di svantaggio.
Guido Lazzarini, Tiziana Stobbione, Franco Cirio, Agnese Natale | Maggioli Editore 2024
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Infermieri stanchi delle aggressioni
“Non possiamo lavorare in queste condizioni, abbiamo bisogno di più sicurezza” afferma con determinazione l’infermiere aggredito a Pescara, ormai stanco delle continue aggressioni, e che non nasconde la frustrazione di lavorare in un clima così umiliante e rischioso.
L’episodio di Alessandro infatto non è isolato, ma rappresenta purtroppo una realtà ormai quotidiana in molti pronto soccorso italiani, troppo simili a “Scene da Far West veramente!“.
Alessandro ha sporto denuncia e chiesto espressamente una condanna esemplare per il suo aggressore, nella speranza che episodi del genere vengano finalmente presi sul serio e scoraggiati con forza. “Ho ricevuto immediatamente solidarietà dalla direzione sanitaria e dai vertici del mio reparto, ma serve un intervento concreto: questa situazione non è più tollerabile“, conclude l’infermiere con fermezza.
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