L’infermiere killer Niels Högel
Non lontano da Brema, l’infermiere Högel, 40 anni, per anni e in diversi ospedali sembra aver compiuto una sterminata serie di omicidi tra il 1999 e il 2005. Fino al momento in cui un collega scopre l’infermiere killer nell’intento di somministrare una dose letale di farmaco con la chiara intenzione di uccidere il paziente e lo denuncia alle autorità, mettendo fine alla sequenza di omicidi.
Purtroppo questa denuncia non fu anticipata da almeno altri sei sanitari, colleghi nei reparti dove lavorava, che secondo le accuse erano nelle condizioni di “sapere” e quindi poter fermare il killer.
Le responsabilità dell’infermiere:
Le modalità con cui uccideva e “tentava” di salvare i pazienti
Le indagini hanno portato nel tempo maggiori dettagli. Partendo dal caso di tentato omicidio denunciato dal collega, gli inquirenti hanno scoperchiato un Vaso di Pandora fatto di macabri crimini e modalità particolari con cui l’assassino agiva:
il 40enne Högel iniettava dosi letali utilizzando diversi farmaci in base al paziente causando arresti cardiocircolatori. In seguito interveniva tentando di rianimare il paziente provando a salvarlo al fine di acquisire prestigio o meriti. Non sempre riusciva nel suo intento.
È chiaro: il paziente fungeva da semplice oggetto ad uso dell’ego dell’omicida.
Le cliniche in cui lavorava e il processo
Tra il 1999 e il 2002, Högel lavorava in una clinica di Oldenburg, mentre tra il 2003 e il 2005 nell’unità di emergenza dell’ospedale di Delmenhorst.
Nel 2015 l’infermiere killer ammette e confessa almeno 90 iniezioni, causa di almeno 30 morti di cui in soltanto 6 dei seguenti casi si è giunti ad abbastanza prove per condannarlo all’ergastolo. Gli inquirenti, proseguendo con le indagini, vorrebbero imputargli almeno altri 90 omicidi. Le indagini sono in corso, tentando di dare finalmente giustizia alle famiglie colpite dal mostro che ha usato i loro cari come sfogo di un ego folle e insensato.
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