Infermiere vince premio in denaro con un suo progetto e lo dona alla ludoteca dell’ospedale


Si chiama Daniele, è un infermiere 33enne originario di Massa e ha deciso di devolvere un premio in denaro ottenuto grazie a un suo progetto alla ludoteca dell’Ospedale del cuore, dove lavora.


Il professionista ha iniziato a lavorare presso il nosocomio quando questo stava mettendo in essere l’accreditamento del Joint Commission International (ente terzo che che certifica la qualità e la sicurezza dell’assistenza sanitaria), cosa che lo ha spinto a mettere insieme uno studio che egli ha poi presentato al Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia Pediatrica e delle Cardiopatie Congenite (SICP). Durante l’evento, ha ricevuto il premio Nursing 2023 Gabriella Zunnino, accompagnato da un riconoscimento economico di 300 euro.


«Ho voluto spiegare come ci si trova da neolaureati in un ambiente in cambiamento – racconta Daniele (VEDI La Nazione) – dove si ha la standardizzazione delle procedure infermieristiche. Sono arrivato qua da neolaureato e ho subito vissuto la fase viva della cosa in un momento molto impegnativo per la degenza e per tutto l’ospedale.


Ho unito le due cose, l’inizio del mio lavoro e l’esperienza dell’accreditamento. Quando si finisce un corso di laurea in infermieristica non si è preparati al cento percento a ogni tipo di realtà, soprattutto quando ci si trova in una situazione particolare come in una degenza pediatrica, così ho voluto riportare l’esperienza di trovarsi in un ambiente nuovo a partire da zero».

Il premio ricevuto è subito tornato a casa: il giovane ha infatti deciso di donarlo alla degenza pediatrica dell’Opa, per l’acquisto di giochi e strumenti per l’intrattenimento.


«Noi in reparto abbiamo una stanza dedicata che si chiama ludoteca – spiega Daniele – dove ci sono giochi e intrattenimenti per i bambini di varie fasce di età. Attraverso questa attività i bambini riducono la loro ansia per le procedure che noi mettiamo in essere come il ricovero o gli interventi.

Questi piccoli hanno delle patologie con un ruolo importante sulla qualità della vita, quindi una stanza come la ludoteca li aiuta a sentirsi a casa, cosa che vale anche per i genitori. I bambini che sono nel nostro reparto vengono da varie parti del mondo e spesso non parlano la stessa lingua, ma tramite il gioco riescono a interagire tra di loro e quindi si crea un momento di unione».


«La letteratura – conclude l’infermiere – conferma che l’uso del “therapeutic play” ha effetti positivi sull’ansia del bambino e sui genitori. L’infermiere riesce, anche con questi semplici mezzi, con empatia, a garantire un principio deontologico essenziale per la nostra professione, il tempo di relazione è tempo di cura, lo studio e la ricerca a servizio della cura. Sempre. Anche quando la cura passa attraverso il gioco».

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Alessio Biondino

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