Infermieri assunti a tempo indeterminato, ma licenziati a fine emergenza: “Non hanno superato il periodo di prova”

Una storia che fa venire qualche dubbio circa la ‘consistenza’ delle assunzioni a tempo indeterminato da parte dei privati in periodo di pandemia, è stata raccontata da Fanpage.it e arriva da Roma. Dalla Clinica Città di Roma, per l’esattezza.

‘Ogni mattina viene consegnata una lettera’

Come denunciato da una infermiera, infatti, sembrerebbe proprio che di indeterminato, nel contratto proposto dall’azienda, ci sia ben poco. “Ogni mattina qualcuno di noi viene convocato dal coordinatore, che gli consegna una lettera. In questa lettera c’è scritto che non è stato superato il periodo di prova, e che per questo il rapporto di lavoro si interrompe. Su quasi trenta assunti a tempo indeterminato, in almeno sedici siamo stati licenziati con questa motivazione, tutti abbiamo ricevuto lo stesso identico foglio. È un po’ una roulette russa, ogni mattina qualcuno di noi sa che riceverà la chiamata e il foglio. E non possiamo farci nulla” spiega.

‘I pazienti Covid si sono ridotti drasticamente’

L’infermiera, secondo il suo racconto, sarebbe stata assunta a febbraio insieme a diversi altri colleghi in coincidenza della trasformazione della struttura da reparto maternità a centro Covid: Ci sembrava strano che ci avessero offerto il tempo indeterminato, a noi che eravamo tutti neolaureati. Abbiamo chiesto all’azienda se al termine dell’emergenza coronavirus saremmo stati mandati via, e ci hanno assicurato di no. Ma tra fine aprile e inizio maggio i pazienti covid si sono ridotti drasticamente e noi siamo diventati troppi. E l’unico modo che avevano di mandarci via era dire che non avevamo superato il periodo di prova. Fosse successo solo a qualcuno di noi l’avremmo trovato verosimile. Ma ci stanno mandando via tutti con la stessa scusa”.

Ma cosa sta succedendo alla Clinica Città di Roma? Le università staranno mica sfornando intere mandrie di incapaci che, una volta assunti, non riescono a superare il periodo di prova nelle aziende? Oppure… C’è qualcosa sotto?

‘Diversi trattamenti a seconda dei contratti’

In base a quanto asserisce la professionista in oggetto, “la lista si allunga e ogni giorno abbiamo notizie di gente che viene mandata a casa con questa modalità”. Ma non solo: “Non sappiamo se è un caso, ma sembra che le persone assunte a tempo determinato, con il contratto che scade magari tra qualche mese, le stiano invece tenendo”. Trattasi quindi di una pura e semplice strategia aziendale, che gioca sui sentimenti e sui sogni di giovani professionisti per poi tradirli e scaricarli quando non servono più, per giunta additandoli come impreparati?

Così sembra: “Inizialmente stavo in medicina, poi mi hanno spostato in terapia intensiva perché ritenuta un buon elemento capace di operare nei reparti di alta intensità. Dall’oggi al domani invece, non sono più stata un buon elemento, mi hanno detto che la valutazione del periodo di prova era negativa e sono stata mandata a casa” riporta la sanitaria. Che però può produrre solo logiche deduzioni, visto che non può accedere alla valutazione negativa per cui è stata licenziata (potrebbe visionarla solo nel caso in cui citasse in giudizio la clinica).

Per l’azienda non c’è nulla di anomalo

La risposta del Gruppo Garofalo, che gestisce la Clinica Città di Roma e altre strutture, non si è fatta attendere. E, nella persona dell’avvocato Lunardi, ha rilasciato queste dichiarazioni a Fanpage.it: La motivazione non è stata quella di ridurre del personale e i numeri riportati sono diversi. All’inizio dell’anno sono stati assunti 65 infermieri, una quantità diversa dai trenta. Essendo andati veloci nelle assunzioni perché era urgente aprire un centro Covid, non è stata fatta una selezione iniziale precisa e puntuale. Nel corso del tempo ci si è accorti che qualcuno non aveva le caratteristiche per rimanere e quindi non ha superato il periodo di prova. I ragazzi che non l’hanno superato nel mese di maggio sono stati tredici, non di più, ed è derivato dal fatto che c’è stata una valutazione negativa da parte dei responsabili. A nessuno fa piacere interrompere un rapporto di lavoro, ma rientra nell’ambito di discrezionalità da parte dell’azienda. Non c’è nulla di personale o strumentale, ma solo una valutazione su questi giovani”.

Nessuna strategia, quindi. Nessuno sfoltimento del personale post Covid. E anche per quanto riguarda il presunto diverso trattamento a seconda della tipologia contrattuale somministrata, l’avvocato sottolinea che Sono stati mandati via sia ragazzi col tempo indeterminato sia ragazzi col tempo determinato. Nessuna volontà di punire o licenziare per qualche motivo particolare, solo un giudizio sui singoli lavoratori”.

Conclusioni

Tutto legale ed insindacabile. Già, perché interrompere il contratto a tempo indeterminato prima del termine del periodo di prova, si può assolutamente fare. È la dura legge della discrezionalità. Che ci lascia inevitabilmente diversi dubbi circa le valutazioni che hanno causato tutti questi licenziamenti… E che ci trasmette una profonda tristezza nel pensare allo stato d’animo di quei giovani professionisti, che speravano di aver trovato un impiego stabile e sicuro, ma che invece sono stati rigettati nel mondo del lavoro dall’oggi al domani.

Autore: Alessio Biondino

“Grazie, infermieri, che dispensate cura e conforto senza prescrizione”

Alessio Biondino

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