Infermieri ‘Cavalieri’ di Macerata, onorificenza solo per dirigenti e coordinatori?

Saranno venticinque, fra medici e infermieri dell’Area Vasta 3 (Macerata), i nuovi Cavalieri del Lavoro. La prestigiosa onorificenza al Merito della Repubblica, che sarà loro assegnata il prossimo 2 giugno, vuole rappresentare un omaggio simbolico per ringraziarli del loro impegno ‘in prima linea’ contro il Coronavirus.

Eppure, a seguito dell’annuncio dato due giorni fa (18 maggio), ci sono state diverse proteste dei lavoratori esclusi e dei sindacati. Il motivo? Sembra che tra i ‘prescelti’ per ricevere l’onorificenza  vi siano un po’ troppi coordinatori e dirigenti… Non propriamente ‘in prima linea’.

Tra i futuri Cavalieri ‘in pochi sono davvero scesi in campo’

Dalle chat degli operatori sanitari, come riportato da cronachemaceratesi.it, traspare parecchio malumore: “Tra i medici e gli infermieri a cui sarà consegnata la medaglia di cavalieri, ce ne sono veramente pochi che hanno affrontato una procedura di vestizione, indossato una tuta, due paia di guanti, mascherina, calzature e cuffietta e sono scesi in campo” si legge.

Uil Fpl Macerata ha appoggiato tali rimostranze, definendo tale selezione “Una scelta di cui non solo arrossire ma di cui ci si dovrebbe anche un po’ vergognare”.

E anche il sindacato di categoria Nursind, nella persona del segretario provinciale Elisabetta Guglielmi, si è così espresso la vicenda: “Apprendiamo dell’assegnazione di un riconoscimento che riceveranno medici, infermieri, osa, tecnici ed amministrativi dell’era Vasta 3 a seguito del loro impegno profuso nell’emergenza Covid durante la prima ondata nei mesi di febbraio, marzo e aprile.

Nursind: ‘Siamo sorpresi ed amareggiati’

Siamo onorati che le istituzioni insieme alla società, riconoscano con onorificenze al merito della Repubblica il valore dell’operato svolto dai professionisti sanitari in questa pandemia, ma sinceramente rimaniamo sorpresi ed amareggiati nel leggere esclusivamente nomi di dirigenti e di coordinatori infermieristici”.

Il segretario provinciale ha voluto sottolineare come manchino “all’appello di questi riconoscimenti, tanti altri professionisti che hanno lavorato e ancora lavorano in ambiti Covid senza sapere quando potranno tornare a lavorare in reparti normali”.

‘Vanno ricalibrati trattamenti economici e limiti contrattuali’

Senza contare che, come ha ricordato anche la Guglielmi per concludere il suo discorso, gli infermieri tutti sono in attesa di ben altri riconoscimenti: “Oltre a ciò, come sindacato rappresentativo della professione infermieristica, ci sentiamo di ribadire con forza che è ora di mettere le mani al contratto nazionale ricalibrando trattamenti economici obsoleti e limiti contrattuali non in linea con l’evoluzione della nostra professione, auspicando una contrattazione separata come si conviene a tutte le professioni”.

Autore: Alessio Biondino

Venezia, mosaico dedicato agli operatori sanitari

Alessio Biondino

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