“Infermieri in balìa di balordi e ubriachi: prendono botte e subiscono furti e atti vandalici”


Il clima di tensione nei confronti degli operatori sanitari è diventato insostenibile. La recente lettera inviata dall’Azienda Sanitaria Romagnola (Ausl) alle autorità locali (VEDI Corriere Romagna), chiedendo interventi decisi contro la crescente violenza da parte di individui ubriachi e balordi, ha sollevato una questione che da troppo tempo aspettava di essere affrontata. L’Ausl ha finalmente reagito, ma l’aspettativa era che prendesse posizione e richiedesse provvedimenti già da dieci anni.


La situazione è particolarmente grave nei pronto soccorso, dove le lunghe attese, complicate dalle code e dal caldo afoso, scatenano l’ira di molti pazienti, alcuni dei quali arrivano già in uno stato di alterazione. Questa escalation di violenza ha portato alla luce un problema crescente, sottolineato da Francesca Batani, responsabile regionale del sindacato “Nursing up” dell’Emilia Romagna. Secondo Batani, il pronto soccorso è sempre più carente di personale e professionisti, il che rende la situazione ancora più critica.

Le lunghe attese innescano spesso reazioni aggressive contro gli infermieri e gli operatori socio-sanitari. Queste reazioni non si limitano solo a dispute verbali e insulti, ma si traducono anche in calci, spintoni e addirittura atti vandalici contro le auto parcheggiate fuori dall’ospedale, oltre a furti dagli spogliatoi.


La miccia di questa situazione è stata accesa dieci anni fa e la pandemia ha solo peggiorato le cose, facendo emergere il debito accumulato durante il lockdown. Batani punta il dito contro il numero eccessivo di dirigenti dell’Ausl, che sembrano essersi concentrati sulla gestione a livello dirigenziale, trascurando le basi e non fornendo risposte concrete alle criticità.

Trovare un responsabile per qualsiasi problema sembra essere diventata un’odissea, a causa di una struttura gerarchica frammentata e poco chiara. La responsabile di “Nursing up” critica il sistema di scatole cinesi dirigenziali, che si sono moltiplicate negli anni, portando a un continuo scaricabarile delle responsabilità.


La lettera dell’Ausl è dunque un passo avanti, ma è evidente che ci sia ancora molto lavoro da fare per affrontare questo problema crescente di violenza contro gli operatori sanitari. È necessario affrontare il problema sia a livello pratico, fornendo maggiore sicurezza e risorse ai reparti di pronto soccorso, sia a livello amministrativo, semplificando la struttura gerarchica per garantire una risposta rapida ed efficace alle criticità. Solo così si potrà garantire un ambiente di lavoro sicuro per gli operatori sanitari e un trattamento adeguato per i pazienti, senza che il clima di violenza continui a diffondersi.

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Alessio Biondino

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