Sono sempre più numerosi gli infermieri che, stanchi di stipendi da fame e di condizioni di lavoro al limite della follia, fuggono a gambe levate dagli ospedali della Lombardia verso la vicina Svizzera. E guardandosi intorno, sempre più avviliti, mentre tutti scappano, anche i colleghi che hanno deciso di rimanere qui in Italia vacillano. In tal senso è molto interessante la testimonianza di una collega che lavora al Circolo di Varese e che è stata raccolta da Informazione Online.
«Lavoro qui da 30 anni e in questo ospedale ci sono cresciuta. Sono sempre stata orgogliosa ma ora che vedo sempre più colleghe e colleghi andarsene diventa ogni giorno più dura» ha spiegato l’infermiera.
E il disagio, fatto di paghe ridicole e turni da incubo a causa della perpetua carenza di personale, si fa sempre più soffocante: «Vivo un periodo di frustrazione personale e professionale perché in questo ospedale ci sono cresciuta. Spesso si dice che la nostra è una vocazione, ma non è così, è una professione. E come tale deve essere trattata, mettendoci in condizione di fare al meglio il nostro lavoro».
Eppure sembra proprio che un riconoscimento vero per la professione infermieristica sia ancora lontano. «Già prima del Covid – prosegue la collega – c’erano segnali di tanti giovani che andavano a lavorare in Svizzera, per lo più per una questione economica. Andavano in Ticino perché la retribuzione era diversa e ben più alta, a volte tre volte più che in Italia. Adesso alla questione economica si è aggiunto un altro fattore: alcuni non si trovano più bene e questo è preoccupante».
E a proposito del periodo più buio degli ultimi tempi: «Durante il Covid nessuno di noi si è tirato indietro, abbiamo dato il 120%, senza pensare agli straordinari pagati. Adesso non è più un’emergenza sanitaria, ma un’emorragia di personale che lascia, alcuni dopo trent’anni. E nessuno si chiede davvero il perché».
Forse perché… Il “perché” si conosce. Ma evidentemente ancora non interessa un granché a chi ha governato e a chi governa questo paese. E intanto gli infermieri, colonna portante del nostro SSN, non si trovano più: «So per certo che ai concorsi ormai si presentano in pochi, magari anche solo trenta persone alla volta. Sembra, da voci di corridoio, che all’ospedale di Varese manchino 130 infermieri. In alcuni reparti la situazione organizzativa è al limite. Non so cosa potranno fare per far fronte alle carenze di personale: chiuderanno reparti? Faranno accorpamenti?».
Qualcosa, di sicuro, inventeranno. In barba alla sicurezza dei lavoratori e alla qualità dell’assistenza erogata. Come sempre. «Molti oltre alla Svizzera vanno nel privato, altri si licenziano perché decidono di guardarsi intorno dopo qualche mese di pausa, tanto sanno che al loro rientro un posto di lavoro lo troveranno» racconta l’infermiera.
Che evidenzia come la frustrazione della categoria abbia ormai raggiunto il limite: «Avverto tra i colleghi malcontento, stanchezza, demotivazione. La soluzione? Non è una questione esclusivamente economica, ma sicuramente servirebbe un aumento di stipendio, anche senza equiparare i salari a quelli di oltre confine. Se in busta ci fossero 500 euro al mese in più molti infermieri non andrebbero certo in Svizzera». Fatto sta che «la perdita di figure professionali è continua: a volte lasciano due infermieri al giorno…».
Infermiere – Manuale per i concorsi e la formazione
L’infermiere
Il manuale, giunto alla X edizione, costituisce un completo e indispensabile strumento di preparazione sia ai concorsi pubblici sia all’esercizio della professione di infermiere. Con un taglio teorico-pratico affronta in modo ampio ed esaustivo tutte le problematiche presenti. La prima parte concettuale ricostruisce l’organizzazione del mercato sanitario e affronta gli elementi tipici del processo di professionalizzazione dell’infermiere, a seguito delle novità della Legge Lorenzin n. 3/2018. La stessa parte evidenzia gli aspetti innovativi della professione avendo cura di offrire al lettore un’ampia panoramica sulle teorie del Nursing e l’utilizzo dei nuovi strumenti operativi. Al termine di ogni capitolo, test di verifica e risposte commentate permettono di verificare il grado di preparazione raggiunto e di allenarsi in vista delle prove concorsuali. La seconda parte applicativa prevede l’adozione di casi clinici quale strumento di attuazione della teoria alle procedure tipiche dell’assistenza infermieristica di base, specialistica e pre e post procedure diagnostiche, presentandosi come un validissimo supporto tecnico e metodologico all’esercizio della professione. Il manuale risulta essere uno strumento prezioso sia per lo studente sia per chi già opera nelle strutture sanitarie, in quanto offre al lettore la possibilità di valutare passo a passo le conoscenze acquisite attraverso la risoluzione dei test di verifica presenti alla fine di ogni capitolo e l’analisi motivata delle risposte. Nella sezione online su www.maggiolieditore.it, accessibile seguendo le istruzioni riportate in fondo al volume, saranno disponibili eventuali aggiornamenti normativi. Cristina FabbriLaurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche. Laureata in Sociologia, Professore a contratto di Infermieristica, Università degli Studi di Bologna, corso di Laurea in Infermieristica-Cesena. Dirigente Professioni sanitarie Direzione Infermieristica e Tecnica Azienda USL Romagna, ambito Ravenna.Marilena MontaltiInfermiere, Dottoressa in Scienze infermieristiche e ostetriche. Master II livello in Ricerca clinica ed epidemiologia, prof. a.c. C. di Laurea in infermieristica, Università di Bologna. Responsabile Infermieristico Dipartimento Internistico, Azienda della Romagna Ambito di Rimini.
Marilena Montalti, Cristina Fabbri | Maggioli Editore 2020