Infermieri in turno per 12 ore e… Senza cena: lo ha deciso la Asl


Gli infermieri, costretti da tempo immemore a lavorare in condizioni insostenibili, tra stipendi da fame, carenza di personale, riconoscimento sociale inesistente e aggressioni all’ordine del giorno, ultimamente si vedono anche “puniti” con delle beffe che hanno il confuso sapore dell’assurdo; e che, di certo, non migliorano per nulla la scarsa attrattività che già attanaglia la professione.


È il caso dell’Asl VCO (Verbania, Piemonte): secondo una recente comunicazione interna degli uffici amministrativi, ai lavoratori in servizio durante il turno di notte, nella fascia oraria 19:00-07:00, non verrebbe più garantito il pasto.


Nutrirsi è perciò un lusso che gli infermieri, in turno per dodici ore, non possono permettersi? A quanto pare è proprio così: l’azienda deve risparmiare e gli infermieri, ancora una volta, possono stringere la cinghia. Ma il sindacatoNursing Up, che ha definito questa idea dell’Asl inaccettabile e contraria ai diritti contrattuali, non ci sta.


«La diversa articolazione oraria, imposta anche dalla grave carenza di personale, non può in alcun modo negare ai dipendenti un diritto fondamentale come quello del pasto durante il turno notturno – spiega il referente Nursing Up Provinciale Novara-VCO, Germano Milena -. Numerose sentenze della Corte di Cassazione hanno ribadito che il pasto deve essere garantito anche nei turni notturni, e nel nostro caso si tratta di un turno che include parte della fascia pomeridiana, dove il diritto è espressamente riconosciuto dal contratto integrativo aziendale. Non comprendiamo dunque la logica di questa scelta».


E poi, al di là di tutto: «Ridurre il numero di pasti per i dipendenti significa davvero ottenere un risparmio economico significativo per l’azienda? O si tratta piuttosto di un’ennesima misura che aggrava le condizioni di lavoro e alimenta l’emorragia di professionistisi domanda Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up Piemonte. 


La risposta, purtroppo, ci sembra scontata: la realtà è che dell’Infermieristica italiana e della sua attrattività non importa nulla a nessuno e anche un minimo risparmio per le aziende, ai danni degli ex “eroi” squattrinati del Covid, ad oggi giustifica, purtroppo, delle inspiegabili beffe come questa.

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Alessio Biondino

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