Dati alla mano, l’infermieristica italiana ha be poco da festeggiare e da stare allegra: oltre ai noti problemi più o meno discussi che ne fanno forse la professione meno ambita dell’universo (VEDI), ce n’è un altro portato alla luce durante l’ultima Giornata Internazionale dell’Infermiere dall’autorevole indagine dell’Osservatorio Oasi del Cergas Bocconi. Che merita una riflessione.
L’età media degli infermieri
E si tratta dell’età media incredibilmente elevata dei nostri professionisti iscritti agli Ordini: 52,2 anni (era 45,6 nel 2019). Addirittura, quella dei dipendenti del nostro Servizio sanitario nazionale è di 56,49!
L’infermieristica italiana è una categoria di vecchi, insomma. Stressati, insoddisfatti e malpagati. Ovvero quanto di meno appetibile possa esistere per dei giovani che, freschi di diploma superiore, devono decidere cosa fare da grandi.
Nursing Up: “Urge un indispensabile ricambio generazionale”
Come si può risolvere il problema? Secondo il presidente nazionale del sindacato Nursing Up, Antonio De Palma, “dobbiamo doverosamente chiederci cosa si potrebbe fare per elevare potenzialmente il numero dei futuri infermieri, a cominciare dai corsi di laurea, atti a fornire un indispensabile ricambio generazionale, ma senza dimenticare che, oltre alla preoccupante carenza strutturale di 80mila operatori sanitari che la pandemia ci ha lasciato davanti, esiste un nuovo fabbisogno di professionisti, legato al nuovo piano del PNRR Missione 6, collegato al rilancio della sanità territoriale, che si traduce in un ulteriore fabbisogno di personale qualificato. Parliamo di un numero che oscilla tra le 35 e le 50mila unità”.
Quasi 19.000 respinti in due anni
Eppure… Sono proprio le università che, impossibilitate ad accoglierli in numeri così elevati, spesso rispediscono a casa i nostri giovani aspiranti infermieri. I dati Uneba, infatti, lasciano ben pochi dubbi: negli ultimi due anni, ben 18.798 domande d’iscrizione (52.205 quelle presentate) sono state respinte per assenza di posti disponibili.
Non ci rimane perciò che andare a pescare infermieri dalla dubbia preparazione all’estero (quelli disposti a lavorare in Italia per due spiccioli) o inventare improbabili supereroi con mansioni infermieristiche (VEDI Super OSS), quindi. Sempre che qualcosa non cambi in tempi brevi.
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