Insetti al Vecchio Pellegrini di Napoli: sabotaggio da parte di infermieri?

Dario Tobruk 19/02/19
Il 12 febbraio scorso, in un bagno adiacente al Pronto Soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, sono state ritrovate un cumulo di blatte insieme a segatura e cibo. Il tutto, come sempre, prontamente documentato da una segnalazione video, e da immagini che sembrano confermarlo.

La Procura di Napoli indaga per sabotaggio

In merito al ritrovamento di scarafaggi, la Procura di Napoli indaga sul possibile sabotaggio da parte di alcuni infermieri del nosocomio al fine di anticipare il trasferimento presso altre strutture. Questo è ciò che riferisce il Mattino, principale quotidiano partenopeo, nel suo articolo-accusa.

Le prove a carico dell’ipotesi di sabotaggio sembrano confermarsi nel fatto che le blatte siano accompagnate da cumuli di segatura, cibo e lenzuola, indizi di un trasferimento degli insetti nel luogo di ritrovamento.

Inoltre la ditta di pulizie, in una lettera inviata al direttore sanitario, sottolinea e assicura che il bagno sia stato pulito diverse volte prima del fatto e che non sia stata riscontrata la presenza di insetti prima di allora.

Il commissario dell’ASL Napoli 1 rende noto con un comunicato: “In merito al gravissimo episodio dell’introduzione di blatte all’interno di un solo bagno del Pronto Soccorso dell’ospedale Pellegrini, la struttura commissariale ha già provveduto, nella serata di ieri, a sporgere denuncia alle autorità competenti affinché possano individuare e punire i responsabili“.

Ricordiamo il meglio dell’infermieristica italiana:

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

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L’Ordine degli infermieri di Napoli chiede chiarezza

Le reazioni ufficiali non si sono fatte attendere e l’OPI di competenza ha subito chiesto chiarezza e velocità nell’appurare i fatti in modo da non ledere ulteriormente l’immagine professionale di migliaia di bravi professionisti infermieri del territorio, punendo, se e solo se, i fatti vengano confermati e dalla giustizia giudicati, i singoli infermieri colpevoli di questo gravissimo episodio.

In una nota dell’Ordine firmata dal Presidente Ciro Carbone: “Confidiamo nella magistratura e auspichiamo un rapido accertamento della verità, anche per consentire a quest’Ordine professionale, ove vi fossero gli estremi, di adottare i provvedimenti del caso“. Quindi se le accuse venissero confermate: “come Ordine saremo intransigenti e decisi nella condanna”.

Nonostante tutto rimane alta la stima nei confronti degli infermieri

Sia da parte dell’opinione pubblica che dalla politica e naturalmente dalle istituzioni, il sospetto non getta discredito sulla categoria intera, anzi, i media fanno eco all’applauso per la professionalità e lo spirito di servizio che contraddistingue il lavoro degli infermieri. Fatto non scontato visto la continua campagna diffamatoria nei confronti degli infermieri che ad ogni piè sospinto sembrano dover giustificarsi per ogni male generale della sanità.

Si dimentica invece la professionalità e l’abnegazione etica delle centinaia di migliaia di infermieri che ogni giorno tengono in piedi il nostro sistema sanitario, con le ormai note, ben poche soddisfazioni e le tantissime accuse per ogni singola mela marcia di un enorme frutteto che ogni giorno sfama, arricchisce e nutre il nostro sistema sanitario nazionale intero.

Autore: Dario Tobruk (Facebook, Twitter)

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