Per l’occasione abbiamo chiesto al Dott. Gaetano Romigi di offrirci alcune impressioni e chiarirci meglio tutti i punti fondamentali e i motivi per cui non dovremmo perderci questa importante occasione di incontro professionale.
Ne è nata una piacevole e proficua intervista che vogliamo condividere con tutti i lettori di DimensioneInfermiere.it. Ricordiamo che per maggiori informazioni o addirittura iscriversi subito tramite i link qui condivisi:
- Per saperne di più: 41° Congresso Nazionale Aniarti 2022
- Per iscriversi subito: https://events.startpromotioneventi.it
Intervista a Gaetano Romigi (vice-presidente ANIARTI) sulle novità del 41° Congresso Annuale
Vice-presidente Romigi, dopo due anni di pandemia, finalmente è possibile ritornare ad una vita “quasi” normale e organizzare un evento di questa portata senza eccessive restrizioni: quali sono le sensazioni e le emozioni che si respirano nei corridoi dell’Aniarti?
Spero naturalmente nella voglia di riprendere una partecipazione alle iniziative dal vivo, per confrontarci direttamente su passato, presente e futuro della professione infermieristica e non solo in area critica. Percepisco, nei colleghi tutti ed in particolare nei nostri iscritti, questo forte desiderio di partecipazione.
Oggi, alla luce di così tanti cambiamenti avvenuti a causa del Covid, quali sono le questioni urgenti e meno urgenti su cui l’Aniarti vuole portare a riflettere la categoria infermieristica?
Le questioni sono diverse. Alcune sono note già da tempo a tutti, altre forse un pò meno.
Provo a sintetizzare i temi più urgenti da affrontare: sicuramente vi è una carenza di infermieri ed in particolare di infermieri con competenze ed abilità da spendere nell’assistenza al paziente critico. Si vogliono ampliare posti letto di terapia intensiva, ma con scarsi investimenti sulle risorse umane e sulla formazione del personale.
Si vuole riformare il sistema 118, senza però valorizzare opportunamente il ruolo le funzioni le competenze e l’esperienza degli Infermieri che finora ne hanno permesso il regolare funzionamento per trent’anni. Vogliamo poter dire la nostra cominciandone a discutere per andare al di là dei numeri e cercare insieme di creare un nuovo sistema in cui Ospedali e Territorio possano realmente integrarsi tra loro.
Una questione delicatissima è quella della Riforma della formazione universitaria. Dentro c’è sicuramente la definizione delle competenze specialistiche e dei percorsi formativi. Non dimentichiamoci di comprendere meglio il fenomeno della formazione di base con competenze che transitano verso la figura dell’OSS. Occorre definire una volta per tutte obiettivi, percorsi, contenuti e ricadute della formazione sull’esercizio professionale. Non mi sembra poco!
Nelle premesse al Congresso spicca una domanda tra le tante “Il Covid ha cambiato per sempre l’assistenza?” Qual è la sua opinione personale sull’argomento?
Come dicevo il PNRR offre delle opportunità partendo proprio dalle criticità emerse in questi ultimi due anni. Noi Infermieri dobbiamo far tesoro ed essere pronti. Dobbiamo volgere lo sguardo al futuro e soprattutto dobbiamo definire il nostro ruolo in modo che le istituzioni e i cittadini sappiano cosa possono e devono attendersi da noi. Il territorio è sicuramente un target nuovo, sperimentale e dunque un laboratorio di possibili esperienze da integrare.
Nuove tecnologie e olismo assistenziale, siamo di fronte ad un bivio incolmabile o c’è ancora spazio per integrare due aspetti solo all’apparenza così distanti?
La tecnologia è uno strumento e come tale va utilizzato cercando di avere massimi vantaggi dalla sua applicazione in termini di esiti nei confronti della salute dei cittadini. Quindi tecnologia SI ma valutandone i risultati.
Affascinanti sono le soluzioni moderne e penso alla teleassistenza, alla robotica, all’intelligenza artificiale. Non dobbiamo mai dimenticare però che il metaparadigma professionale ci vuole accanto ai cittadini. La tecnologia in questo senso deve e può aiutarci, ma non sostituisce la nostra competenza, la nostra professionalità, la nostra esperienza ed i nostri valori.
Non si tratta assolutamente di rinnegare il potere della tecnologia, anzi…dobbiamo poter veicolare tutte le opportunità di innovazione tecnologica affinchè vi sia una percezione dell’essere infermiere che sceglie, utilizza e valuta la tecnologia e non della tecnologia che indirizza l’Infermiere verso un vicolo cieco.
Quali sono le novità che l’Aniarti porterà al congresso di quest’anno
Intanto abbiamo programmato dei corsi teorico-pratici a numero chiuso che si svolgeranno prima dell’apertura ufficiale del Congresso sui temi come l’ecografia infermieristica bedside e la gestione delle vie aeree con esercitazioni e workstation.
Abbiamo previsto uno spazio dedicato alle comunicazioni libere programmato per dare opportunità ai colleghi di partecipazione, visti i numerosissimi contributi pervenuti.
Inoltre, non è una novità, la presenza degli studenti di infermieristica al terzo anno e degli studenti al master in area critica, non possono che sottolineare il positivo passaggio intergenerazionale di competenze tra giovani infermieri e infermieri esperti o addirittura specialist.
Infine proveremo a fare il punto con un position statement finale che riguarderà questioni di assoluta novità e cioè quale ruolo può avere l’Infermiere rispetto al PNRR, come pensiamo che Ospedale e Territorio possano tra loro integrarsi permettendo all’Infermiere di area critica di uscire dagli schemi tradizionali, come vediamo l’applicazione delle tecnologie all’assistenza ed infine cosa pensiamo delle ineludibili riforme della formazione universitaria e del sistema 118 in un futuro oramai già presente e improcrastinabile.
Può esporci, le motivazioni principali, per cui è così importante venire a Bologna al prossimo congresso Aniarti?
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