Indispensabile come la moneta da 2 euro coniata per ringraziare il personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid (VEDI), è finalmente arrivata la Giornata Nazionale contro la violenza e le aggressioni perpetrate ai danni di medici e infermieri.
Sensibilizzazione
Non è il provvedimento urgente per arginare davvero e definitivamente il fenomeno come ci si aspettava, ci mancherebbe altro, bensì una bella giornatina per sensibilizzare i cittadini e per convincerli in qualche modo a non insultare o malmenare di continuo gli operatori. Come se educarli e spiegargli alcune buone norme di convivenza civile basti a eradicare in tempi accettabili la diffusa abitudine.
12 marzo
Come ricordato dall’ANSA, la Giornata è prevista dalla Legge 14 agosto 2020, n. 113 “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie” e si celebra lo stesso giorno della Giornata europea promossa dal Consiglio degli ordini dei medici europei (CEOM): il 12 marzo.
A firmare il decreto attuativo, di concerto con il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e con il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, è stato il Ministro della Salute Roberto Speranza.
Il problema va risolto in tempi brevi
Che Speranza abbia veramente a cuore il benessere e la valorizzazione degli operatori sanitari italiani (la ‘svolta’ tanto attesa è arrivata pochi giorni fa con la proposta di ben 26 centesimi lordi di aumento! VEDI), i vecchi ‘eroi’ squattrinati della pandemia, è chiaro oramai da tempo.
Ma che si continui, imperterriti, a gettare fumo negli occhi del personale sanitario italiano con iniziative di facciata che sì, rappresentano forse un qualche investimento per il futuro, ma che non risolvono di certo i problemi in tempi brevi e non ci sembrano affatto in cima alla lista delle priorità, fa arrabbiare. Di nuovo.
Il ‘cortocircuito culturale’
Tiziana Frittelli, Presidente di Federsanità e DG dell’AO San Giovanni Addolorata di Roma, è entusiasta della firma: “Concordo pienamente con l’iniziativa intrapresa dal Ministro che va nella direzione della disseminazione e della corretta informazione.
Occorre, infatti, investire in comunicazione, soprattutto, per quanto attiene all’operato di tutti i professionisti che operano nelle nostre strutture al fine di ripristinare un clima di fiducia e di rispetto che si è andato negli anni perdendo, creando un corto circuito culturale rispetto al lavoro di chi, ogni giorno, presta servizio a favore del bene e della tutela della salute di tutti”.
Ma intanto che proviamo ad affrontare filosoficamente il “cortocircuito culturale” generatosi negli anni, le aggressioni continuano da Nord a Sud del paese. Senza pause.
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