Lo ha dichiarato, senza mezzi termini, il responsabile Welfare della Segreteria Nazionale di Azione, Alessio D’Amato (VEDI controluce.it): «Negli ultimi tre anni oltre 15mila infermieri italiani sono andati a lavorare all’estero dove trovano migliori condizioni lavorative e retributive.
Il paradosso è che i nostri ragazzi e ragazze vengono formati nelle università italiane e poi vanno via, e il Governo invece di affrontare questa situazione con soluzioni adeguate, vuole tamponare la mancanza con infermieri indiani.
La proposta del Governo di andare a reclutare infermieri indiani per compensare il deficit di personale, ricordo che mancano all’appello oltre 63mila professionisti, rischia di essere una toppa peggio del buco.
La strada maestra deve essere quella di pagare meglio i nostri professionisti e professioniste e soprattutto riformare la professione, consentendo come avviene in altri paesi europei una progressione di carriera e mansioni superiori.
Come Azione abbiamo offerto una soluzione concreta, proponendo di mettere sei miliardi in finanziaria per adeguare lo stipendio degli infermieri alla media OCSE e un piano straordinario di reclutamento. Inoltre, è fondamentale fare rientrare coloro che in questi anni sono andati a lavorare all’estero offrendo nuove e più valide opportunità in Italia».
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