Laurea Magistrale Infermieristica ad indirizzo clinico: luce e buio di una Riforma

Dario Tobruk 13/10/24

Una svolta significativa sta per cambiare il volto della professione infermieristica in Italia. Dopo le polemiche suscitate dall’istituzione della figura dell’assistente infermiere, si profila ora una riforma epocale per la professione: l’introduzione della Laurea Magistrale Infermieristica ad indirizzo clinico.

Tuttavia, permangono alcune valide argomentazioni che abbiamo raccolto in questo articolo per una panoramica sui punti di forza e sulle criticità di una riforma destinata a trasformare radicalmente la professione.

Le specializzazioni infermieristiche

È lo stesso Ministro della Salute Orazio Schillaci, ad annunciare l’istituzione di tre nuove aree di specializzazione infermieristica durante il Consiglio nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) tenutosi a Roma.

Questa riforma, attesa da anni, segna un passo importante verso il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo cruciale degli infermieri nel sistema sanitario italiano e tenta di sedare il malcontento della base degli iscritti che negli ultimi giorni ha incolpato la Federazione di aver soltanto appoggiato gli interessi della sanità privata nell’istituzione della figura dell’Assistente Infermiere.

Le tre nuove aree di specializzazione infermieristica sono:

  • Cure Primarie e Sanità Pubblica
  • Cure Pediatriche e Neonatali
  • Cure Intensive e dell’Emergenza

  • Queste specializzazioni saranno presto integrate nelle ultime revisioni della classe di laurea da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR).

    L’obiettivo è offrire maggiori opportunità formative e di carriera agli infermieri, rispondendo così alle crescenti esigenze di specializzazione nel settore sanitario sempre più sottoposto a crescenti sfide da parte della popolazione: l’aumento dell’età e delle malattie croniche, la denatalità e il sovraccarico dei pronto soccorsi. Le tre specializzazioni si pongono quindi come parte della soluzione dei problemi appena elencati.

    Il Ministro Schillaci ha sottolineato l’importanza di questo cambiamento: “Stiamo lavorando a un progetto complessivo che guarda al futuro della sanità italiana e al ruolo cruciale che gli infermieri ricoprono oggi e che svolgeranno nell’assistenza sul territorio. La vostra professionalità e il vostro contributo sono insostituibili per garantire qualità alla sanità pubblica.”.

    Un manuale infermieristico per imparare a interpretare i referti ecocardiografici

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    Ecocardio Facile – Dalle basi all’essenziale

    L’idea che l’utilizzo di strumenti come l’ecografo debba essere limitato solo ai medici è obsoleta e non fondata. Senza alcun dubbio l’ecografia è una scienza e un’arte che può essere appresa e utilizzata da professionisti sanitari non medici, come gli infermieri, per fornire un contributo prezioso all’assistenza sanitaria e alla cura del paziente.L’obiettivo di questo testo è quindi fornire le basi, la conoscenza e in qualche modo anche la cultura necessaria per fare sì che, al pari di altre metodiche, in precedenza di peculiare attività medica, anche l’ecocardiografia possa iniziare a far parte del corpus clinico-assistenziale dell’attività degli infermieri. Dario TobrukInfermiere specializzato in tecniche di ecografia cardiovascolare e medical writer; attualmente si occupa di Wound Care e Cure Palliative in ambito territoriale. Ha fondato e diretto il sito DimensioneInfermiere.it in collaborazione con la casa editrice Maggioli, con la quale ha anche pubblicato il volume ECG Facile: dalle basi all’essenziale.

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    I livelli di formazione

    Questa riforma rappresenta un cambiamento significativo nel panorama sanitario italiano. La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) ha accolto con grande entusiasmo l’introduzione delle lauree magistrali cliniche per gli infermieri, descrivendola come “una svolta epocale, attesa da anni“.

    Il significativo traguardo è il risultato di un dialogo costruttivo e prolungato tra la FNOPI e i Ministeri della Salute e dell’Università e della Ricerca, con il coinvolgimento attivo di numerose direzioni generali responsabili delle politiche sanitarie e della formazione.

    Questa innovazione nella formazione infermieristica potrebbe portare a una riorganizzazione della struttura professionale nel settore assistenziale, delineando potenzialmente una gerarchia di competenze e responsabilità più articolata:

  • Operatore Socio Sanitario (OSS): figura di supporto con formazione di base
  • Assistente infermiere: ruolo intermedio con competenze specifiche di assistenza
  • Infermiere laureato: professionista con formazione universitaria triennale
  • Infermiere specialista: laureato magistrale con competenze cliniche avanzate in aree specifiche
  • Dirigente infermiere: professionista con ruoli di leadership e gestione in ambito sanitario
  • Questa ipotetica strutturazione potrebbe contribuire a una migliore definizione dei ruoli e delle competenze all’interno del sistema sanitario, a chiarire la confusione nata all’indomani dell’istituzione dell’Assistente Infermiere e valorizzando la crescita professionale e le specializzazioni degli infermieri.

    Tuttavia, è importante sottolineare che questa è solo una possibile interpretazione delle implicazioni della riforma, e la sua effettiva implementazione dipenderà dalle future decisioni normative e organizzative nel settore sanitario italiano.

    Laurea Magistrale Infermieristica: il saluto della FNO TSRM e PSTRP

    L’impatto di questa riforma si estende oltre la professione infermieristica. La Federazione Nazionale Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (FNO TSRM e PSTRP) ha espresso il proprio apprezzamento per questa iniziativa, vedendola come un passo avanti nella revisione della formazione universitaria delle professioni sanitarie in generale.

    In un comunicato stampa, la FNO TSRM e PSTRP ha dichiarato: “Esprimiamo apprezzamento per la nascita delle lauree magistrali a indirizzo clinico per gli Infermieri, un passo concreto verso la revisione della formazione universitaria di secondo livello delle professioni sanitarie.

    La Federazione confida che questo risultato contribuirà a rendere la professione infermieristica più attrattiva e gratificante, consentendo al contempo di rispondere meglio ai bisogni di salute e benessere dei cittadini, in una logica interprofessionale.

    È implicito nelle congratulazioni della FNO TSRM e PSTRP che il risultato ottenuto dagli infermieri possa fungere da apripista anche per le altre professioni sanitarie, le quali attendono da anni il riconoscimento delle loro specializzazioni.

    Questa riforma potrebbe infatti rappresentare un precedente importante, aprendo la strada a simili sviluppi per le altre categorie di professionisti sanitari che aspirano a vedere riconosciute le proprie competenze specialistiche.

    La prescrizione infermieristica

    Questa riforma non solo aumenta le opportunità di specializzazione per gli infermieri, ma apre anche la strada, per la prima volta in Italia, alla prescrizione infermieristica. Gli infermieri specializzati potranno prescrivere trattamenti assistenziali e tecnologie specifiche, compresi presidi sanitari e ausili, garantendo così una maggiore continuità e sicurezza delle cure.

    La laurea magistrale infermieristica ad indirizzo clinico non solo amplierà le competenze e le responsabilità di questi professionisti, ma contribuirà anche a migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria nel paese.

    La possibilità di specializzarsi in aree specifiche come le cure primarie, pediatriche e intensive permetterà agli infermieri di sviluppare competenze avanzate e di fornire un’assistenza più mirata e efficace.

    Inoltre, l’introduzione della prescrizione infermieristica rappresenta un passo importante verso il riconoscimento dell’autonomia professionale degli infermieri. Questa novità potrebbe portare a una maggiore efficienza nel sistema sanitario, riducendo i tempi di attesa per i pazienti e alleggerendo il carico di lavoro dei medici per determinate prescrizioni.

    La riforma si inserisce in un contesto più ampio di evoluzione del sistema sanitario italiano, che mira a rafforzare l’assistenza territoriale e a rispondere in modo più efficace alle esigenze di una popolazione che invecchia e presenta bisogni di salute sempre più complessi.

    Gli infermieri specializzati saranno in grado di giocare un ruolo chiave in questo nuovo scenario, fornendo un’assistenza avanzata e contribuendo a migliorare l’accesso alle cure per tutti i cittadini.

    Pertanto, l’istituzione delle lauree magistrali cliniche per gli infermieri rappresenta un momento storico per la professione infermieristica in Italia. Questa riforma non solo valorizza il ruolo degli infermieri, ma promette di migliorare significativamente la qualità dell’assistenza sanitaria nel paese.

    Le criticità espresse dagli infermieri

    Sebbene gli infermieri siano ancora scossi da quello che è stato ritenuto un passo falso della Federazione, ovvero la mancata opposizione alla nascita dell’Assistente Infermiere, è innegabile che, alla luce dei recenti sviluppi, le mosse della FNOPI vadano rivalutate in un contesto più ampio.

    In questo scenario, gli infermieri vengono progressivamente liberati dall’assistenza di base per raggiungere i livelli di programmazione assistenziale a cui le Università li preparano da oltre due decenni.

    Eppure permangono sui social valide argomentazioni che richiedono risposte concrete, oltre agli annunci entusiastici dei risultati ottenuti dalla Federazione e dalla professione. Domande che abbiamo raccolto dai principali social e che tentiamo di formulare in quesiti ai quali si possa rispondere con una valida argomentazione:

  • Che cosa ne sarà degli enormi sacrifici di decine di migliaia di infermieri che hanno speso tempo e soldi per formarsi ai Master Universitari di primo e secondo livello, se da ora in poi sarà la Laurea Magistrale Infermieristica ad indirizzo clinico a riconoscere questa qualifica?
  • La specializzazione in Cure Pediatriche e Neonatali sostituisce la figura dell’Infermiere Pediatrico? Che senso ha laurearsi nella classe di laurea magistrale infermieristica ad indirizzo pediatrico se poi un infermiere generalista può di fatto specializzarsi ed occupare in questo modo sia l’utente pediatrico che quello adulto, inficiando in questo modo un’intera professione che si troverà ulteriormente orfana delle proprie precipue competenze?
  • Si continua a parlare di incremento di formazione specialistica, nonostante la formula “intanto aumentiamo le competenze, l’aumento della retribuzione seguirà” sia stata smentita dai fatti, visto che lo stipendio degli infermieri italiani è non solo tra i più bassi d’Europa, ma ha addirittura perso valore rispetto ai decenni precedenti, così come quello della classe medio-bassa. Come può un infermiere investire ancora nella professione se non ha, nell’intero arco della sua vita professionale, ancora ottenuto un valido riconoscimento dei propri sforzi?
  • Si parla di specializzazione e aumento delle competenze cliniche, ma non è ancora chiara la posizione delle istituzioni che rappresentano la figura medica (come i sindacati e la FNOMCeO) e se festeggeranno la nuova figura o, come siamo stati abituati, la osteggeranno fino ad annichilirla del tutto, ritrovandosi l’infermiere nei prossimi anni schiacciato tra l’incudine dell’assistenza di base occupata da OSS specializzati e Assistenti Infermieri e dal martello del governo clinico dei medici.
  • Sarà sufficiente incrementare le responsabilità degli infermieri, al netto di uno stipendio clamorosamente al di sotto delle giuste aspettative, per invogliare nuove giovani leve ad abbracciare la professione, quando l’aumento delle professioni digitali, molto meno impegnative e con prospettive di carriera maggiori, di fatto sequestra i pochi ragazzi che si formano ogni anno, come risultato di una denatalità frutto degli ultimi decenni?

  • Di fronte a queste legittime domande, il nostro ruolo è quello di facilitare il dibattito. Sta ai responsabili delle politiche sanitarie decidere se cogliere questa opportunità per avviare un confronto serio e costruttivo con gli infermieri, al fine di migliorare le condizioni lavorative e l’assistenza ai pazienti, o se preferire ignorare le loro richieste.

    Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook Instagram)

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