Le nuove accuse
Per la donna, dopo una condanna all’ergastolo in primo grado a Ravenna per omicidio, due assoluzioni in appello a Bologna sconfessati da altrettante Cassazioni a Roma, i guai giudiziari sembrano non finire mai: a fine gennaio 2023 la Suprema Corte di Cassazione si esprimerà di nuovo sul presunto omicidio di una paziente 78enne e ora il processo per peculato.
Secondo quanto riportato da diversi quotidiani locali e non solo (VEDI ANSA), i fatti si sarebbero svolti al tempo in cui la Poggiali lavorava (per conto di una cooperativa di servizi) presso una casa di riposo per anziani di Alfonsine, nel Ravennate, ente accreditato al servizio sanitario nazionale.
L’inchiesta aveva avuto il via a fine 2020: alla vigilia di Natale, quando gli inquirenti si recarono presso l’abitazione dell’ex infermiera per notificarle la custodia cautelare in carcere (a seguito della condanna a 30 anni in primo grado per il presunto omicidio di un paziente 94enne), trovarono sul telefono cellulare della donna dei messaggi inequivocabili, confermati poi da una perquisizione.
Quelle terribili foto e la radiazione
“Mi dispiace averle fatte, ho fatto uno sbaglio. Se tornassi indietro non lo farei più, per questo ho pagato” dichiarò la 49enne, riferendosi agli scatti vergognosi che l’hanno fatta conoscere in tutto il mondo e che le sono costati la radiazione dall’Albo degli Infermieri.
Foto che, si augura Poggiali, non pregiudicheranno un suo ritorno tra le fila dei professionisti sanitari italiani: “Adesso voglio pensare un po’ a me stessa, godermi la mia famiglia. Poi mi piacerebbe, un domani, tornare a fare il mio lavoro. La speranza è sempre quella” disse ai giornali lo scorso ottobre (VEDI).
E, almeno teoricamente, potrebbe farlo: secondo il regolamento sul procedimento disciplinare della FNOPI, infatti, “Il sanitario radiato dall’Albo può chiedere la re-iscrizione purché:
- Siano trascorsi cinque anni dal provvedimento di radiazione e, se questa derivò da condanna penale, sia intervenuta riabilitazione;
- Risulti che abbia tenuto, dopo la radiazione, irreprensibile condotta.
- Sulla istanza di re-iscrizione e dunque sulla verifica delle suddette condizioni, provvede l’Ordine territorialmente competente con la osservanza delle disposizioni relative alle iscrizioni.”
Macigni
Il problema sarà spiegarlo ai pazienti… Perché al di là della vicenda giudiziaria e della costruzione mediatica dell’infermiera killer che ha straziato la sua immagine di fronte all’opinione pubblica, quelle foto terribili che la ritraggono sorridente e con atteggiamenti di scherno accanto al cadavere di una paziente, pesano come macigni sulla sua eventuale riabilitazione professionale.
Eppure lei, come dichiarato lo scorso ottobre dopo l’assoluzione, ne è convinta: “Questa vicenda mi ha portato del dolore, ma non mi ha tolto la convinzione che io sia una brava infermiera e che possa fare di nuovo il mio lavoro, come facevo prima”.
Come faceva prima. Auguri.
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