Linea Guida e Protocollo: quali sono le differenze?

Dario Tobruk 09/05/16

Quali sono le differenze tra linee guida e protocolli? Nel contesto sanitario, ce ne sono tantissime. Per aiutarci a fare chiarezza su questi due strumenti, proveremo a definire che cos’è una linea guida, che cos’è un protocollo e, infine, quale sia la loro differenza in campo sanitario.

Indice

Cosa sono i protocolli?

Se volessimo riassumere i “rigidi” protocolli, essi rappresentano prescrizioni di comportamenti standardizzati rivolti a tutti gli operatori, ai quali viene richiesto il raggiungimento di un risultato specifico.

Risultato atteso e prescritto da un protocollo

Un esempio di risultato atteso è la compilazione della cartella infermieristica, in cui non è ammessa alcuna discrezionalità, bensì un unico risultato sempre raggiunto: una raccolta dati completa e formalmente corretta, in ogni caso e senza eccezioni.

I protocolli non supportano le decisioni degli operatori, poiché si limitano a prescriverle, eliminando ogni forma di discrezionalità. Forniscono all’operatore uno schema di comportamento ben definito, una sequenza precisa di azioni che l’infermiere è tenuto a seguire per raggiungere un obiettivo specifico, garantendo un’erogazione del servizio efficace, efficiente e omogenea.

Un ulteriore esempio è rappresentato dall’identificazione del paziente e dai controlli incrociati tra sacca, infermiere, medico e, ove presente, il sistema informatizzato, prima di procedere con un’emotrasfusione.

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Cosa sono le linee guida in ambito sanitario?

Le linee guida assistono il professionista in tutte quelle situazioni in cui non è possibile imporre un comportamento specifico senza rischiare di influire negativamente sul processo di assistenza. Ad esempio, la gestione del catetere vescicale, dei cateteri venosi periferici e dei cateteri venosi centrali sarà supportata sia da protocolli che da linee guida.

Si intende con linea guida: “raccomandazioni di comportamento clinico, prodotte attraverso un processo sistematico, allo scopo di assistere medici e pazienti [e infermieri, NdR] nel decidere le modalità di assistenza più appropriate in specifiche circostanze cliniche*

In tutti quei casi in cui è necessario prendere decisioni diverse in situazioni diverse, il supporto delle linee guida diventa essenziale. Questo perché le situazioni e i fattori in gioco evolvono spesso in modo imprevedibile, dato che il sistema Uomo/Salute non è una macchina statica, ma un fenomeno dinamico e complesso, influenzato da diversi domini, come l’ambiente (o la cultura e la famiglia) o il corpo (sano o malato).

In casi come questi, le regole rigide tipiche dei protocolli non sono efficaci, poiché limitano l’intervento dell’operatore, il quale deve necessariamente basarsi sulla propria esperienza personale, sulla capacità di problem-solving e sul proprio bagaglio di conoscenze per agire nel migliore interesse del paziente.

Ad esempio, come potrebbe un protocollo prevedere il momento esatto in cui è meglio sostituire un catetere vescicale?

Un protocollo può certamente prescrivere una data specifica per la sostituzione del dispositivo, calcolata a partire dal giorno di inserimento. Tuttavia, se il paziente fosse dimesso il giorno successivo, l’infermiere che sostituisse inutilmente un catetere vescicale (CV) funzionante non farebbe altro che aumentare inutilmente il rischio di infezioni, comportandosi come una macchina e non come un professionista intellettuale qual è. Pertanto, la linea guida indirizza l’operatore verso il comportamento migliore da adottare, lasciando a lui stesso la valutazione degli esiti.

Cosa devono contenere le linee guida?

Le linee guida per essere utili a medici e infermieri devono contenere delle raccomandazioni di comportamento clinico su un dato argomento assistenziale. Tutte le raccomandazioni di una linea guida devono rispettare almeno due requisiti essenziali:

  1. La forza delle raccomandazioni:
    • Rappresenta la probabilità che l’applicazione di una raccomandazione determini un miglioramento dello stato di salute della popolazione a cui è rivolta. Questa forza viene generalmente indicata con le prime lettere dell’alfabeto, da A (raccomandazioni più efficaci) a E (raccomandazioni deboli o addirittura sconsigliate).
  2. Il livello di prova:
    • Indica la probabilità che un certo numero di conoscenze derivi da studi validati, pianificati e condotti in modo da produrre informazioni valide e prive di errori sistematici. I livelli di prova vengono spesso identificati con numeri romani (a seconda dell’agenzia che li rilascia; in questo caso, il CeVEAS). Si va da I (prove ottenute da più studi clinici randomizzati e/o revisioni sistematiche di studi randomizzati) fino a VI (prove basate su opinioni di esperti, gruppi e comitati).

Esempio di raccomandazione in una linea guida
Nella consultazione di una linea guida, ad esempio sul catetere vescicale, troveremo una lista di comportamenti clinici consigliati, ciascuno associato a un diverso grado di raccomandazione e livello di prova:

  • “È necessario lavare le mani prima e dopo ogni manipolazione del catetere (IA).” Questa massima raccomandazione segnala una forte adesione clinica, ovvero una raccomandazione fortemente consigliata e supportata da studi scientifici accreditati, senza alcun dubbio sulla sua validità.
    “Non è raccomandato Y di X in caso di Z (IIB).” In questo esempio (non reale), la raccomandazione è classificata come IIB, il che significa che non ci sono prove sufficienti per supportarla in modo definitivo e, di conseguenza, potrebbe non essere consigliata.

Qual é la differenza tra linea guida e protocollo?

In sintesi, la differenza tra protocollo e linea guida è questa: se la linea guida vi indica cosa dovreste o potreste fare in una specifica situazione, il protocollo, invece, vi dirà esattamente cosa dovete fare, senza lasciare spazio a dubbi o interpretazioni.

Autore: Dario Tobruk  (seguimi anche su Linkedin – Facebook InstagramThreads)

Fonti

  1. [1]

    Grilli R, Penna A, Liberati A Le linee guida: caratteristiche e requisiti generali in Migliorare la pratica clinica. Come produrre ed implementare linee guida Il Pensiero Scientifico Editore 1995, Roma pp. 21-32

Dario Tobruk

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