“Mancano infermieri, in alcune zone il sistema sanitario è compromesso”

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Da Nord a Sud del paese, la carenza (cronica) di infermieri sta causando non pochi problemi, che rischiano di degenerare in vere e proprie paralisi del sistema. A definire il problema una vera e propria “bomba a orologeria”, stavolta, è stato il sindacato Uil Fpl (VEDI Modena Today).

«Purtroppo – spiega la segretaria Daniela D’eredità – lo scenario di scarsità di risorse in cui versano i servizi pubblici sembra respingere e costringere i nostri più giovani e promettenti infermieri a guardarsi attorno e cercare prospettive al di fuori dal Servizio Sanitario pubblico o, peggio ancora, fuori dall’Italia.


La scelta rimane comunque quella di andare a lavorare con chi è capace di valorizzare adeguatamente, non solo dal punto di vista economico ma attraverso un riconoscimento sociale e una dignità professionale e purtroppo questi temi restano carenti nelle aziende sanitarie modenesi che nell’ultimo periodo hanno sviluppato solo un appiattimento gestionale delle risorse umane.

Ormai nel territorio modenese la realtà è quella che gli infermieri, sono i più introvabili e ricercati del personale sanitario. Anche più dei medici. Già oggi ne mancano almeno 280 nella sola Azienda USL di Modena, ma nei prossimi mesi ne mancheranno di più se non s’interviene da subito e in quasi tutte le articolazioni tali profili non possono essere semplicemente rimpiazzati con altre figure professionali. Preoccupa soprattutto la situazione nei distretti di Mirandola, Carpi e Pavullo dove la carenza è tale da compromettere l’intero sistema sanitario».


Ed ecco, quindi, che il poco personale presente è costretto a salti mortali e a turni al limite della follia. «La proposta dell’azienda Usl – evidenzia D’Eredità – è quella di utilizzare l’attività aggiuntiva spendendo solo il 30% dei fondi previsti per tale attività e senza una equa distribuzione, mentre dal nostro punto di vista i fondi per riconoscere l’attività aggiuntiva devono essere spesi tutti e devono essere messi a disposizione per tutti i profili professionali che possono contribuire ad affrontare questa situazione.

Ma anche questa soluzione, se non si assume personale, sarà uno specchietto per le allodole perché le infermiere non hanno più forza per andare avanti così. Vogliono una vita che il lavoro ha tolto loro, non ne vogliono sapere nemmeno di attività aggiuntiva. Pensano che l’unica via d’uscita sia andare via, ovvero dimettersi, e qualcuno lo sta già facendo». 


«Insieme ai sindacati Confederali – conclude la sindacalista – abbiamo pertanto chiesto a gran voce all’Azienda Usl di rivedere le decisioni assunte e di ritornare a un modello di gestione sanitaria rispettoso delle prerogative sindacali e dei diritti contrattuali dei professionisti che operano a salvaguardia dei servizi.

Abbiamo chiesto alla Direzione Generale delle Aziende Sanitarie Modenesi di procedere con ogni urgenza alle assunzioni del personale sui posti vacanti e di programmare incontri urgenti al fine di una verifica puntuale sulle ulteriori carenze di personale, facendo presente che in assenza di risposte concrete questa Organizzazione Sindacale procederà con forti azioni di mobilitazione».

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