Non basta dire infarto: come orientarsi con il cuore?
Parlare di infarto miocardico può essere sufficiente per il paziente o il cittadino qualunque, ma un medico o un infermiere non può precludersi la domanda: “si, ma qual è la parete cardiaca interessata?“.
Infatti, un infarto sulla parete ventricolare destra ha un esito diverso di quando è coinvolto il ventricolo sinistro e, se nel primo caso il cuore è in grado di compensare, nella maggior parte dei casi, al danno, nel secondo caso gli esiti saranno molto più gravi con cardiopatie secondarie molto più invalidanti: lo scompenso cardiaco è l’esempio più comune.
La mappa dei segmenti cardiaci: diamo un nome a tutte le pareti cardiache
Al fine di parlare una lingua comune in tutto il mondo, la comunità medica ha stabilito uno standard per indicare, a prescindere la metodica con cui lo si vede (che sia l’elettrocardiogramma, l’ecocardio, TAC o RMN), un nome preciso per ogni segmento cardiaco. Così come usiamo una cartina per esplorare una zona turistica a noi sconosciuta, così è stata costruita una mappa dei segmenti cardiaci valida per tutti i clinici del pianeta.
Quando un referto indicherà un infarto posteriore, che ti trovi in Italia o in Giappone, il medico, l’infermiere esperto e cosi via, saprà esattamente di cosa si sta parlando, di quale esatta porzione del cuore il paziente sta soffrendo di cardiopatia ischemica.
Ad ogni parete una o più arteria coronarica
L’utilità di conoscere la mappa dei segmenti cardiaci è quella di poter collegare i segni suggestivi ischemici di una determinata parete, ad una o più possibili arterie coronariche occluse o sub-occluse.
In effetti, grazie all’interpretazione dell’elettrocardiogramma o in alcuni casi attraverso l’ecocardio, possiamo risalire a quale parete cardiaca coincide l’infarto del paziente.
Una volta in possesso di questa informazione, possiamo avanzare un’ipotesi in base all’evidenza di ipo/acinesia di un dato segmento cardiaco. In linea generale (Otto, 2014):
- la parete anteriore, setto anteriore e apice del cuore sono irrorate da IVA;
- la parete antero-laterale e posteriore (o infero-laterale) è irrorata da CX;
- la parete inferiore, il setto inferiore e il ventricolo destro da CD;
Ricorda! Soltanto indagini diagnostiche invasive come l’angiografia possono confermare un coinvolgimento coronarico in caso di segni di IMA. All’elettrocardiogramma e all’ecocardiografia si possono fare, seppur consolidate, solo delle ipotesi.
16+1 segmenti cardiaci
La mappa del cuore è suddivisa in sedici segmenti più uno, suddivisi trasversalmente su tre piani (basale, medio e apicale) (Labanti, G., 2017):
- sei segmenti basali;
- sei segmenti medi;
- quattro segmenti apicali;
- apical cup.
Ad eccezione dei quattro segmenti apicali, i restanti due piani (medio e basale) sono suddivisi in sei segmenti circolari in base alla parete appartenente. Ricordiamo le pareti cardiache in senso orario: anteriore, antero-laterale, posteriore (o infero-laterale), inferiore, setto inferiore, setto anteriore (Otto, 2014).
Ora che conosciamo le pareti e la suddivisione dei segmenti in base al piano possiamo trarre il nome di ogni singolo segmento cardiaco. Come si vede nella figura in basso:
Quindi un infarto del segmento basale della parete inferiore (alle volta ridotta in “acinesia basale inferiore”), indica che la parte del cuore che ha sofferto l’ischemia è in particolare il segmento inferiore della parete basale (il numero 4 sulla mappa dei segmenti cardiaci).
Un altro esempio: un infarto anteriore che coinvolge tutta la parete, coinvolgerà sicuramente il segmento 1, il segmento 7 e il segmento 13, ovvero:
- il segmento anteriore della parete basale (1);
- il segmento anteriore della parete mediale (7);
- e il segmento anteriore della parete apicale (13).
Dall’elettrocardiogramma alla diagnosi
Tutte queste nozioni ci permetteranno quindi di concludere, grazie all’elettrocardiogramma e all’ecocardio, quale parete cardiaca è in corso di infarto e, di conseguenza, quale possibile arteria coronarica è coinvolta.
Per imparare l’arte dell’elettrocardiogramma è necessario conoscere almeno le basi fondamentali di questa metodica: se sei un infermiere, un sanitario o uno studente di medicina e ti interessa avere un primo approccio all’ECG senza troppi fronzoli e che ti porti dalle “basi all’essenziale”, ti consigliamo di dare un’occhio al nostro manuale appositamente pensato per te!
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Autore: Dario Tobruk
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