Vi ricordate il periodo degli eroi? Quello in cui si cantava affacciati alla finestra, in cui tutti ringraziavano con la mano sul cuore il personale sanitario e in cui ai politici scendeva la lacrimuccia se parlavano dei medici e infermieri in prima linea?
Vi ricordate le tante vittime tra i sanitari per cui erano stati promessi tempestivi risarcimenti e chissà quali monumenti alla memoria? Ebbene… Nonostante lo stanziamento di 15 milioni di euro per risarcire le famiglie, «al momento i risarcimenti non si sono visti».
A dirlo è Gennaro Avano, figlio di un medico di base morto di Covid e presidente dell’associazione “Medici a mani nude” che riunisce i familiari dei camici bianchi deceduti in servizio mentre il SARS-CoV2 terrorizzava il mondo (VEDI AdnKronos).
Avano spiega che ad oggi, in coincidenza della giornata nazionale del personale sanitario, «non ci sono molte novità per le famiglie. Lo stanziamento dei fondi è stato da tempo deliberato a livello parlamentare e governativo, designando l’Enpam, l’ente di previdenza dei medici, per la gestione in modo che le risorse possano essere distribuite una volta accertati i requisiti per accedervi. Tutto però è fermo, non c’è un provvedimento esecutivo. Sappiamo che le domande sono state analizzate e processate ma in pratica non è successo nulla. Siamo ancora in attesa».
E le famiglie, colpite duramente dalla perdita del loro caro, «chiedono che si arrivi presto a una conclusione, rendendo accessibili i risarcimenti. Per molti nuclei familiari, infatti, oltre alla perdita affettiva incolmabile è venuta a mancare anche un’importante fonte di reddito».
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