Alla fine dello stucchevole ed improbabile periodo degli ‘eroi’ (VEDI), quello in cui tutti si scervellavano per produrre elogi e pensieri d’affetto verso i medici e gli infermieri in prima linea contro il Coronavirus, c’è ancora chi ha dolci parole per il personale sanitario italiano.
Un periodo strano
E ciò è decisamente in controtendenza rispetto a quanto, almeno qui nel bel paese, sta vergognosamente accadendo: sono ricominciati a pieno regime aggressioni, botte, sputi, devastazioni negli ospedali, condite addirittura da coltellate minacce di morte agli operatori sanitari.
Come se la Covid non sia mai giunta a sconvolgerci la vita. Come se tutto quanto sia tornato ad essere in qualche modo ‘dovuto’, senza se e senza ma. Come se la memoria a breve termine di molti italiani sia stata in qualche modo intaccata dalla pandemia.
Il ricordo di Harvey Keitel
Stavolta, a ricordare l’impegnò profuso da medici e infermieri, è stato il turno dell’attore americano Harvey Keitel che, ospite a Santa Margherita di Pula in qualità di presidente di giuria dell’edizione 2021 del Filming Sardegna Festival di Tiziana Rocca, ha voluto ricordare le tristi immagini dei nosocomi italiani risalenti alla primavera del 2020.
“Quando da New York seguivo con grande attenzione e apprensione quello che stava succedendo in Italia con il Covid, mi appellavo agli angeli e mi chiedevo dove fossero” ha detto l’83enne.
‘Gli angeli intorno a noi’
Che ha concluso: “Poi sono comparsi i primi soccorritori, i medici, gli infermieri, chi si prendeva cura delle persone malate, chi prestava soccorso rischiando la vita. E poi le persone che alla finestra cantavano e allora ho capito che non c’era nulla da cercare: gli angeli erano intorno a noi, intorno a me”.
Autore: Alessio Biondino
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