La rabbia del sindacato Fials
Come dichiarato dal presidente nazionale Fials Giuseppe Carbone, la vergognosa esclusione rappresenta “Una grave offesa ai diritti degli eroi ormai dimenticati, professionisti sanitari, e non solo che attendono da anni di poter ritornare nella regione di appartenenza, dove risiedono il più delle volte i loro nuclei familiari”.
Come sottolinea il presidente, “Non è possibile tradire le attese di tutti i lavoratori dipendenti della sanità pubblica proprio in questo momento storico dopo quanto hanno fatto nell’emergenza pandemica e quanto continuano a fare per recuperare la grande mole di prestazioni lasciate indietro.”
‘Norma fortemente discriminante’
“Una tale previsione normativa è fortemente discriminante nei confronti del personale sanitario poiché di fatto vincola ed in molti casi anche inibisce totalmente il rilascio del nulla osta alla mobilità, differentemente da quanto consentito in altri comparti”.
Per sventare questo ennesimo affronto a quelli che fino a non molto tempo fa erano considerati gli ‘eroi’ dei nostri giorni, il sindacato ha inoltrato un emendamento/proposta alle Commissioni permanenti Affari istituzionali, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale, Igiene e sanità del Senato.
L’emendamento/proposta di Fials
Questo non prevede affatto costi aggiuntivi sui bilanci delle amministrazioni pubbliche e tutela sia queste ultime sia i lavoratori, allungando i tempi per la concessione del nulla osta fino a tre mesi; tempo che serve a permettere alle amministrazioni di far scorrere le graduatorie per l’assunzione di personale di pari profilo professionale a quelli cui viene concesso il nulla osta.
“Confidiamo nel senso di equità e giustizia dei senatori delle Commissioni che vorranno accogliere la nostra proposta di emendamento sicuri di interpretare la volontà del personale sanitario del nostro SSN”, conclude Carbone.
L’amarezza di Nursing Up
Anche il sindacato degli infermieri Nursing Up, nella persona del presidente nazionale Antonio De Palma, ha espresso profonda amarezza per questa nuova discriminazione ai danni degli operatori sanitari.
“Apprendiamo, a dir poco basiti, di come ancora una volta gli sforzi profusi, per oltre un anno nelle corsie degli ospedali, a combattere contro un nemico subdolo e invisibile, abbiano ottenuto, per l’ennesima volta, come unica risposta, l’indifferenza assoluta.”
‘Un pericoloso voltafaccia della politica’
“Siamo indignati nel renderci conto che, agli occhi della classe politica, l’aver sostenuto sulle nostre spalle, da soli, a rischio della nostra vita, il fardello dell’emergenza sanitaria, contribuendo in prima persona a portare il Paese fuori dall’incubo, oggi non meriti altro che un pericoloso voltafaccia, l’ennesimo purtroppo”.
De Palma, per combattere il decreto sotto accusa, asserisce di aver scritto, “già nella giornata di ieri, una PEC al Ministro della Salute, On. Roberto Speranza chiedendo con urgenza la modifica della disposizione in sede di conversione in legge”.
Le motivazioni
Secondo alcune indiscrezioni, riportate da diversi quotidiani, ma tutte da verificare, a spingere per l’inserimento di questa aberrante limitazione vi sarebbero state delle ‘pressioni’ in Conferenza Stato-Regioni (da parte dei governatori del nord) sul ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta.
Eppure, non molti giorni fa, Fials aveva ricevuto importanti rassicurazioni da parte del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, che si era detto pronto ad intervenire al fianco del sindacato per modificare la norma che trovava discriminatoria per gli sanitari del SSN.
Autore: Alessio Biondino
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