Mobilizzazione del paziente dal letto alla poltrona: evitare rischi con la manovra corretta

Dario Tobruk 10/05/16
Scarica PDF Stampa

La mobilizzazione del paziente da un letto ad una poltrona o viceversa può sembrare una manovra semplice e molti infermieri la svolgono spesso senza la dovuta attenzione. Sei davvero sicuro di mobilizzare il paziente dal letto a poltrona nei migliori dei modi?

Ad esempio, giovani professionisti, ma anche veterani navigati, sottovalutano l’importanza di una corretta procedura di mobilizzazione e spesso non attenzionano i dettagli della tecnica. Quali sono i rischi? I rischi di una manovra errata sono:

  • farsi del male o,
  • farlo al paziente.

Cosa fare prima della mobilizzazione del paziente?

Avvicinandoci al letto del paziente, sarà buona prassi (ed educazione) presentarsi e spiegare con parole semplici chiare, e con pochi preamboli, quello che si vuole fare.

Verificate se il paziente sia almeno parzialmente collaborante, e che regga il carico del proprio peso per qualche secondo con il supporto dell’operatore. In caso contrario chiedete il supporto di un secondo operatore e consultate la procedura successiva.

Come mobilizzare il paziente dal letto alla poltrona?

Accertato che la carrozzina sia in buone condizioni, posizionarla a 45° o parallela all’asse lungo del letto, preferibile che il verso sia quello in cui la carrozzina sia orientata con la seduta verso i piedi del letto (ma potrebbe capitare che il verso dipenderà sostanzialmente dalla possibilità di manovra e spazio che l’ambiente permetterà).

Mobilizzare il paziente: il verso della carrozzina e del letto paziente
Mobilizzare il paziente: il verso della carrozzina e del letto paziente

Importante: blocca le ruote applicando i freni alla carrozzina, in caso di movimentazione del letto controllate se anche il letto sia adeguatamente frenato, queste accortezze rendono sicura la manovra.

Assistere a casa

Da chi svolge quotidianamente un lavoro a contatto con le persone malate e i loro contesti famigliari, e che affronta con loro tutto quello che può accadere dentro le case durante l’assistenza domiciliare, nasce questo agile e utilissimo manuale. Non è un testo enciclopedico, non vuole avere, per spirito degli autori stessi, la presunzione di risolvere qualsiasi problema si possa presentare nel corso dell’assistenza domiciliare. Un’assistenza domiciliare non può prescindere dalla possibilità di effettuare a domicilio le cure necessarie ed eventuali esami diagnostici. per questo c’è bisogno di creare un équipe ben addestrata di sanitari coordinati fra loro, di assicurare una reperibilità 24 ore su 24, e di avere la certezza di una base di riferimento, fulcro importantissimo, quale la famiglia e i volontari. Proprio loro infatti rappresentano il raccordo essenziale tra il paziente e il professionista. spesso si trovano a confrontarsi con una realtà diversa, piena di incognite. Devono essere edotti sui diversi aspetti della malattia ma è fondamentale che conoscano il confine entro cui muoversi e quando lasciar posto al personale sanitario. Conoscere significa non ignorare e non ignorare significa non aver paura: una flebo che si ferma non deve creare panico nei famigliari o nel volontario, anche perché essendo loro il punto di riferimento per il paziente sono loro i primi a dare sicurezza e questo avviene solo se si conoscono i problemi. Il testo cerca perciò di porre l’attenzione sulle necessità più importanti, sui dubbi più comuni, sulle possibili situazioni “difficili” che a volte divengono vere urgenze, non dimenticando i piccoli interrogativi che spesso sono sembrati a noi stessi banali ma che, al contrario, sono stati motivo di forte ansia non solo per il paziente ma anche per i famigliari e per i volontari alle prime esperienze. Giuseppe Casale, specialista oncologo e gastroenterologo, è fondatore dell’Associazione, Unità Operativa di Cure Palliative ANTEA, di cui è anche Coordinatore Sanitario e Scientifico. Membro di molte Commissioni del Ministero della Sanità in ‘Cure Palliative’, è autore di diverse pubblicazioni, nonché docente in numerosi Master Universitari. Chiara Mastroianni, infermiera esperta in cure palliative, è presidente di Antea Formad (scuola di formazione e ricerca di Antea Associazione), e membro del comitato scientifico dei Master per infermieri e medici in cure palliative dell’ Università degli studi di Roma Tor Vergata.

Chiara Mastroianni, Giuseppe Casale | 2011 Maggioli Editore

16.00 €  12.80 €

Trasferimento del malato dal letto alla carrozzina, o alla sedia, o in poltrona: manovra eseguita da una sola persona (Figg. 2.10-2.14)

mobilizzazione paziente
mobilizzazione paziente letto poltrona
  • Posizionarsi in piedi all’altezza dell’anca, mettendo un piede vicino alla testata del letto, l’altro di lato;
  • Mettere un braccio dietro del paziente e l’altro sopra le cosce;

    mobilizzazione paziente letto poltrona
    mobilizzazione paziente letto poltrona
  • Far spostare le gambe del paziente verso il bordo del letto e, nel frattempo, fare forza sulla propria gamba arretrata per sollevare il tronco e le spalle del paziente;
  • Mettersi di fronte al paziente valutando stabilità ed eventuali malesseri; Allargare i piedi, piegare le anche e le ginocchia;
  • Le gambe non devono essere allineate;
  • Circondare con le braccia la vita del paziente;

    mobilizzazione letto poltrona 3
    mobilizzazione letto poltrona 3
  • Alzare in piedi il paziente portando indietro il peso del proprio corpo;
  • Appoggiare il proprio ginocchio più avanzato contro quello del paziente, fino a che si trova in posizione eretta;
  • Fare forza sul piede leggermente arretrato fino a quando il paziente sente dietro di sé la sedia, mantenendo sempre le proprie ginocchia contro quelle del paziente.
successione manovra letto poltrona
successione manovra letto poltrona

Trasferimento del malato dal letto alla carrozzina o alla sedia o in poltrona: per eseguire tale manovra servono due persone (Fig. 2.9)

  • Ruotare il paziente su di un fianco e spostare poi le gambe fuori dal letto;
  • Sollevare il paziente facendolo sedere sul margine del letto;
  • Portare un braccio dell’operatore sotto le ginocchia e l’altro dietro la schiena;
  • Appoggiare le braccia del paziente sulle spalle degli operatori
  • Sollevare il paziente e adagiarlo sulla sedia o carrozzina dopo essersi assicurati di aver fissato le ruote.

Infine, durante la movimentazione del paziente in carrozzina ricordate sempre al paziente di tenere i gomiti dentro prima di varcare una porta!

Autore: Dario Tobruk (Profilo Linkedin, Twitter)

Post Aggiornato il 26/06/2020

Continua a studiare:

Scala di Conley e Contenzione: Istruzioni d’uso contro il rischio di cadute

Fonti:

  1. Assistere a casa. Suggerimenti e indicazioni per prendersi cura di una persona malata di Giuseppe Casale e Chiara Mastroianni Maggioli Editore, 2011
  2. Cateterismo vescicale a permanenza e del cateterismo vescicale ad intermittenza nella post-acuzie, Linea Guida S.I.M.F.E.R.

 

 

Dario Tobruk

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento