Napoli, sprechi di biancheria: l’azienda vuole addebitarli in busta paga agli infermieri

Sara Sacco 14/03/23


Al Cardarelli di Napoli rischia di andare in scena uno dei capitoli più tristi e svilenti della professione infermieristica: i professionisti potrebbero vedersi addebitato in busta paga il costo degli ammanchi di biancheria. Avete capito bene: gli infermieri sprecano (forse) troppe lenzuola mentre sono sfruttati come inservienti e la direzione aziendale vuole fargliele pure pagare!

Ma entriamo nei dettagli di questa notizia che, lanciata qualche giorno fa da Il Mattino, sta facendo parecchio discutere. Lenzuola, federe e camici stanno sparendo tanto che le scorte in dotazione al presidio ospedaliero sono drasticamente diminuite. Forse vi è un abuso improprio delle dotazioni, forse nei trasferimenti eseguiti non si tiene conto di eventuali “ritorni” degli effetti letterecci o forse trattasi di una pura e semplice sottrazione da parte di qualcuno.


Fatto sta che la direzione amministrativa aziendale ha deciso di voler applicare un provvedimento che ha scatenato il malcontento e la rabbia dei dipendenti del Cardarelli: in una nota inviata il 7 marzo a tutti i primari e ai coordinatori infermieristici dei reparti si legge che se il problema «dovesse persistere si prenderà in considerazione l’addebito in busta paga della quota relativa alla dispersione registrata in ogni Unità Operativa». Pagheranno i professionisti, quindi.

Ed ecco che l’ultimatum è servito: qualora non si verificasse «un netto miglioramento delle criticità» nel giro di 60 giorni, i dipendenti vedranno addebitarsi in busta paga il costo dei suddetti effetti letterecci.


L’ira dei sindacati non si è fatta attendere. Tanto che in un tempestivo comunicato congiunto, Cgil, Cisl, Uil, Cobas, Nursing e Fials hanno definito l’iniziativa della direzione aziendale «un meccanismo intimidatorio e punitivo nei confronti del personale. Siamo in totale disaccordo e vorremmo capire l’eventuale addebito in busta paga della quota relativa alla paventata dispersione a quale soggetto giuridico sarebbe rivolta e con quale tipologia di procedura.

La notifica è a nostro modo di vedere esagerata e mette in discussione il lavoro e la responsabilità di chi funzionalmente e quotidianamente effettua una oculata e corretta gestione della biancheria piana. Le cause vanno probabilmente ricercate in altri fenomeni che non ci è dato sapere e che non giustificano e non possono determinare una tale presa di posizione».

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Sara Sacco