All’ospedale Niguarda, nelle sale d’attesa o presso le casse ticket, è possibile incontrare una figura con la pettorina “infermiere leader per la vaccinazione”. Cosa fa? In pratica sfrutta il tempo d’attesa delle persone – lì per una visita, un esame o per accompagnare qualcuno – per offrire la vaccinazione antinfluenzale, quella anti-Covid-19 e, per le categorie raccomandate, contro pneumococco e herpes zoster.
In Lombardia, la campagna vaccinale è partita circa tre settimane fa per chi ha diritto al vaccino antinfluenzale gratuito, come gli over 60, i minori dai 6 mesi ai 17 anni, le donne in gravidanza, chi opera in settori essenziali (sanità, forze dell’ordine, scuola) e chi è a rischio di complicanze per altre patologie. Anche familiari e caregiver possono usufruire della vaccinazione. Le somministrazioni avvengono dal medico di base, in farmacia o nei centri vaccinali prenotando tramite il portale regionale. Al Niguarda, nei vari reparti e centri vaccinali (via Cherasco, via Ippocrate e nelle Case di comunità Villa Marelli e Livigno), vengono già vaccinati centinaia di pazienti al giorno.
Il ruolo del suddetto infermiere è perciò fondamentale per intercettare chi non ha prenotato e proporre di vaccinarsi mentre aspetta il suo turno, spesso insieme alla persona che lo accompagna o al caregiver, come spiega la direttrice sociosanitaria Laura Zoppini (VEDI Il Giorno). Il modello sta avendo grande successo: nei primi tre giorni, 449 persone che si trovavano al Niguarda per altri motivi hanno accettato l’offerta di vaccinazione, con una media di quasi 150 vaccinati in più al giorno. “È un modo virtuoso di sfruttare l’attesa e di raggiungere anche i familiari delle persone fragili, che spesso hanno poco tempo per aderire alla campagna vaccinale – aggiunge Zoppini –. Li informiamo sull’opportunità di proteggersi e di farlo immediatamente, senza prenotazioni o ulteriori attese”.
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