“Nessun controllo sugli infermieri che arrivano dal Sudamerica”


Giuseppe Franzini, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Sondrio, lancia un preoccupante allarme: «Mancano almeno 200 infermieri in provincia di Sondrio, sia nella sanità ospedaliera sia in quella territoriale, con gravi difficoltà soprattutto in quest’ultima, però, secondo l’Ordine delle professioni infermieristiche della Lombardia e della provincia di Sondrio, la strada seguita dall’Asst Sette Laghi di Varese di assumere personale infermieristico proveniente dal Sudamerica non quella ottimale».


Già, perché secondo quanto denunciato dal presidente, i “controlli” su chi viene a esercitare la professione dalle nostre parti sarebbero quantomeno insufficienti: «Premetto che non abbiamo nulla contro gli infermieri che arrivano da altri Paesi, tenuto conto che noi stessi emigriamo regolarmente per lavoro.


Pensiamo a quanti colleghi scelgono le strutture della vicina Svizzera, però anche in questo caso, pur non essendoci un corrispettivo dell’Ordine delle professioni infermieristiche in Svizzera, viene chiesto loro di documentare l’iscrizione all’Ordine in Italia.


Invece noi che tipo di controllo, o per essere più precisi, di vigilanza, possiamo esercitare sugli infermieri che arrivano dal Sudamerica? Nessuno. Non transitano in alcun modo dagli Ordini professionali italiani e non vengono censiti neppure nei registri che abbiamo e che sono dedicati agli stranieri».


Franzini punta il dito sulla recente approvazione del decreto Milleproroghe: «Ci ha tolto ogni potestà di controllo e di vigilanza sugli infermieri stranieri operativi sul territorio nazionale, che possono lavorare senza essere iscritti in alcun modo agli Ordini e questo, a nostro avviso, non va bene. Perché non è garantito un controllo adeguato sul titolo di studio conseguito, sulle competenze e sulla capacità di parlare in modo consono la lingua italiana, una verifica dei requisiti che, a nostro avviso, è imprescindibile.


Il Milleproroghe demanda la vigilanza alle aziende sanitarie, autorizzate, quindi, ad assumere personale straniero come fatto dall’Asst Sette Laghi, ma gli Ordini non sono coinvolti dal punto di vista della vigilanza».

E ciò è piuttosto grave. Anche se, in fin dei conti, è totalmente in linea con lo scarso riconoscimento che professione infermieristica, purtroppo, “vanta” qui in Italia: «L’autorizzazione e la vigilanza degli Ordini è importante. Anche per i nostri infermieri che vanno all’estero è richiesto un certificato di “good standing” rilasciato dal ministero della Salute».


Poveri pazienti.

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Alessio Biondino

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