“Non ci sono infermieri per le RSA? Allentate il vincolo di esclusività!”

È sotto gli occhi di tutti ormai da tempo: l’emergenza sanitaria da Coronavirus ha letteralmente scombussolato i faticosi equilibri che, nella nostra sanità, ‘sembravano’ esserci fino alla fine del 2019.

La carenza di infermieri c’è da tempo immemore

Già, ‘sembravano’… Perché le infrastrutture dei nostri nosocomi sono obsolete e inadeguate ormai da decenni; perché le attese infinite per effettuare una visita specialistica si verificavano anche prima; e perché la terribile carenza di personale infermieristico, nei nostri ospedali, c’è praticamente da tempo immemore.

Su quest’ultima questione, la pandemia non ha fatto altro che mostrarci quanto corta fosse la coperta che, nel disinteresse generale di dirigenti, politici e dell’intera collettività, veniva tirata prima da una parte e poi dall’altra.

Spremendo fino all’inverosimile i pochi infermieri italiani, costringendoli a turni massacranti, demansionandoli a causa dell’assenza di personale di supporto, riducendoli in burnout, costringendoli a non lavorare in sicurezza e a offrire un’assistenza di bassa qualità.

Per giunta, mantenendoli contrattualmente vincolati all’esclusività, in modo da tenerli incatenati all’azienda pubblica che li ha assunti senza permettergli di ‘arrotondare’, di ampliare i propri orizzonti, di compensare in qualche modo le carenze tanto imbarazzanti quanto croniche del SSN e senza permettergli di mettersi a disposizione durante le emergenze globali come quella sanitaria da Covid-19 che ha sconvolto le nostre vite.

La crisi delle RSA

A causa dell’emergenza Covid, molte aziende pubbliche hanno snellito e accelerato la burocrazia, facendo scorrere in fretta le graduatorie e assumendo personale. Ciò ha causato una vera e propria fuga a gambe levate di tantissimi infermieri da molte RSA italiane, cosa che nel giro di pochi mesi ha messo in ginocchio diverse strutture.

Ce ne sono alcune che non sanno più dove prendere infermieri e che fanno accorati appelli ai media, altre che non hanno più professionisti da schierare nei turni di notte (VEDI). 

Il punto di vista di Nursind Pisa

Nursind Pisa, ieri, ha espresso tramite un comunicato il suo punto di vista sull’argomento: “Da sempre, le Rsa o il ‘privato’ sono luoghi di passaggio per molti infermieri in attesa di potersi poi spostare nel Sistema Sanitario Nazionale” ha dichiarato il sindacato.

Per poi aggiungere: “E le ragioni sono sia di tipo economico che professionale. Troppo spesso infatti le retribuzioni nel privato sono sensibilmente più basse rispetto a quelle del pubblico e i contratti sono spesso precari.

Per non parlare degli ‘stage’ gratuiti o i periodi di prova, anch’essi gratuiti, che alcune cooperative propongono prima dell’assunzione. Ma non è solo l’aspetto economico a minare la fiducia degli infermieri per il privato.

Una delle ragioni più forti è il demansionamento a cui spesso sono sottoposti gli infermieri in queste strutture, dove viene chiesto di fare di tutto, dall’amministrativo all’ausiliario e spesso anche le pulizie”.

La proposta di Nursind Pisa

Come superare o quantomeno affrontare l’emergenza attuale con più armi a disposizione? Il sindacato propone alle aziende pubbliche di allentare “il vincolo di esclusività del rapporto di lavoro dei propri infermieri, autorizzando chi vuole a contrattare con le strutture private un certo numero di ore per coprire i turni scoperti.”

Ma non solo: per Nursind Pisa sarebbe anche importante “chiedere al privato i fondi necessari ad incentivare gli infermieri delle due aziende pubbliche in modo che, su base volontaria, si rendano disponibili a coprire i turni nelle rsa”.

Anche perché, conclude Nursind Pisa, “Se il piano del governo per il rafforzamento del Sistema Sanitario sarà confermato, tutti gli infermieri che da qui a 7 anni si laureeranno saranno assorbiti dal SSN e forse nemmeno basteranno.”

Conclusioni

I problemi che stanno causando la grave sofferenza delle RSA sono sostanzialmente due:

  1. la carenza terribile di infermieri che in Italia imperversa da tanto tempo, per tanti motivi (VEDI) e che genera questa sorta di sindrome della coperta troppo corta;
  2. l’inadeguatezza pressoché totale dell’offerta contrattuale ed economica (complice l’esternalizzazione del servizio) con cui tali aziende cercano di accaparrarsi o di trattenere ‘goffamente’ personale infermieristico.

Problemi che forse, finalmente, andrebbero affrontati da chi di dovere. Magari con l’obiettivo reale di risolverli. Perché, lo ricordiamo, con un numero insufficiente di infermieri i pazienti muoiono di più (a dirlo è la scienza, VEDI).

E perché gli infermieri, lo ribadiamo ancora una volta, oltre ai tanti ‘grazie’, ai francobolli e a un onorabile Nobel per la pace, gradirebbero riconoscimenti veri. Da professionisti e lavoratori quali sono.

Non da ‘eroi’.

Autore: Alessio Biondino

Carenza di infermieri? Certo, è una professione ‘laureata’ pagata da ‘diplomata’

Alessio Biondino

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