Nursind: “L’abbandono della professione infermieristica sta assumendo dimensioni preoccupanti”

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Tra dimissioni volontarie, pensionamenti e giovani che non scelgono più il Corso di Laurea in Infermieristica, mai come oggi il futuro della professione appare tutt’altro che roseo. A lanciare l’allarme, stavolta, è il sindacato Nursind Piemonte. Riportiamo qui l’intero comunicato.

«Sappiamo che senza un numero sufficiente di infermieri e in assenza di una seria programmazione, non vedremo nè case e tanto meno ospedali di comunità indicate come la soluzione alle criticità del nostro sistema sanitario e previste dal Pnrr.

E’ anche certo che le politiche di reclutamento del personale attualmente disponibile con le risorse messe a disposizione dalla Regione che dovremmo ancora vedere, non basteranno a soddisfare nemmeno il fabbisogno necessario degli ospedali, nell’emergenza, ancorché a potenziare l’assistenza domiciliare.


E’ ormai anche evidente come l’abbandono della professione e l’allontanamento dal servizio sanitario nazionale sta assumendo dimensioni preoccupanti.

Ogni giorno, qualcuno lascia e sommando questo dato all’uscita per pensionamenti, attualmente sono molto di più quelli che escono rispetto a quelli che entrano o meglio che probabilmente entreranno.

Una forbice che tenderà ad allargarsi in futuro, anche per un secondo fattore, non da poco conto.

Infatti, i posti universitari a disposizione per infermieri non si riempiono e tra gli iscritti, solo il 75% finisce gli studi. Quindi, tenuto conto anche di questo importante elemento che dovrebbe far riflettere e non poco, perdiamo e pensioniamo più infermieri di quanti ne formiamo.


D’altro canto Italia e il Piemonte ancor di più è uno dei paesi più anziani del mondo dove prevalgono patologie croniche e fragilità che richiedono poche prestazioni cliniche e lunghi percorsi assistenziali che prevedono un numero considerevole di infermieri per affrontarle.

Nei pronto soccorso l’80% dei pazienti sono codici bianchi e verdi, ovvero non emergenze, separare i pazienti leggeri da quelli gravi, lasciando solo i secondi al lavoro del medico specializzato in emergenza/urgenza sarebbe la risposta, come lo faremo non è dato sapere. Un analisi che non dovrebbe lasciare dubbi a chi è chiamato a responsabilità di governo. Manca un piano, non c’è una visione e nessuna programmazione.

Da parte nostra, in Piemonte, non staremo a guardare, con la ripresa dei lavori metteremo in campo una stagione di iniziative a sostegno di proposte concrete ma anche di rivendicazioni per situazioni che non siamo più disponibili ad accettare, coinvolgendo tutti coloro che hanno delle responsabilità a proposito».

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Alessio Biondino

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