Una cosa è la libertà di associazione generica ed un’ altra, è invece, la libertà di associazione sindacale, prevista dall’ articolo 39, sempre del dettato costituzionale. Rappresentare i diritti dei lavoratori, con i sindacati, è diverso che rappresentarli con libere aggregazioni di persone, siano pure esse composte da lavoratori. Bisogna avere la forza ed il coraggio di dichiararsi alla gente, chi si è e dove si vuole andare a parare, in modo chiaro e strutturato. In questo periodo, sull’ onda dei movimenti politici, stanno spuntando movimenti di cultura, pensiero ed azione a sfondo sindacale. Fare un movimento è cosa diversa che fare un’ associazione sindacale.
Dal punto di vista sociologico, il movimento è qualunque formazione sociale collettiva relativamente strutturata, quindi non dotato, di precisa struttura ma tendente verso una istituzionalizzazione dei ruoli e la formalizzazione delle relazioni sociali al suo interno ( secondo il sociologo Francesco Alberoni).
Ricordiamo i movimenti studenteschi, operai, nati per protestare contro la classe politica, che non era più ritenuta in grado di rappresentare pienamente la società civile.
A che serve, allora, organizzarsi in movimenti, che vanno da Modica a Rovigo, dalla Inghilterra al Monzambico, da un capo all’ altro del mondo, per cambiare il sistema, liberandosi da briglie anacronistiche, per una evoluzione professionale non più rinviabile e per rispondere ai bisogni del cittadino? Cosa significa, rappresentare istanze infermieristiche sul demansionamento e sullo sviluppo delle competenze avanzate, non più rinviabili?
Purtroppo, è scaduto il tempo dei sogni e dei proclami ed è arrivato, invece, quello di non perdersi più nella creazione di movimenti spontanei, che non fanno altro che indebolire il mondo infermieristico. Giunta è l’ ora di riunirsi tutti sotto un sindacato già bello e confezionato, di categoria. Andare in quattro gatti a manifestare in nome degli infermieri, si fa male a se stessi, in primis, in quanto si manifesta la pochezza dei numeri del proprio movimento e, in secundis, alla professione, che si vuole fare evolvere senza averne però la forza. La nostra professione, non merita di essere rappresentata con spontaneità, poiché la spontaneità è spesso sinonimo di discontinuità, ma in maniera strutturata sindacalmente e nei tavoli contrattuali e non dal basso ma bensì dall’alto, da gente competente!
Meritiamo di essere rappresentati da gente preparata e non improvvisata, dato che ne abbiamo già abbastanza delle improvvisazioni dei vecchi sindacati. Ora, che abbiamo un sindacato di categoria forte, non ci resta che sfruttarlo. Invitiamo tutti gli infermieri che sono pronti, a fare un passo avanti con noi di Nursind e non un passo indietro, partendo da zero con movimenti che o si trasformeranno in fenomeni sociali strutturati in sindacato o lasceranno il tempo che hanno trovato, cadendo come tanti altri movimenti nel dimenticatoio collettivo. Nel mondo lavorartivo l’ associazione, per eccellenza, che tutela i diritti dei lavoratori, fino a prova contraria, si chiama sindacato, che piaccia o meno! E se poi, a questo sindacato si aggiunge la particolarità di essere anche di categoria, tanto di guadagnato, poichè oltre ad una formazione di tutela dei lavoratori di natura generale, ce ne è anche una di specie: Infermieristica.
Pompeo Cammarosano
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