Obbligo vaccinale per i sanitari, chi ha votato contro? Il nome che non ti aspetti…

Qualche giorno fa il Senato della Repubblica ha approvato la conversione in legge del decreto del 1 aprile scorso relativo all’emergenza Covid, contenente norme in materia di vaccinazioni, giustizia, concorsi pubblici, lo scudo penale per i sanitari impegnati in prima linea contro il virus e il tanto discusso obbligo vaccinale per chi lavora in ospedale.

La schiacciante maggioranza ha votato per l’approvazione, ma… C’è un vagito social, lanciato a bomba nell’etere da un deputato leghista, che sta facendo discutere.

“Come da vostra richiesta ecco i nomi dei Senatori che non hanno votato per l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. 45 favorevoli a cancellarlo e 9 astenuti. Gli altri tutti favorevoli all’obbligo (o non hanno votato)”.

È così che si legge nel tweet dell’Onorevole Claudio Borghi (Lega), deputato della Repubblica Italiana, che nella foto allegata ha mostrato la ‘prova’ della votazione nominale del 13/05/2021 in cui sono riportati tutti i nominativi dei favorevoli all’abolizione.

Non è intenzione di Dimensione Infermiere, ovviamente, attaccare questo o quello schieramento politico oppure cercare di produrre una sorta di inutile gogna contro questo o quel deputato, ma… Un nome su tutti, tra quelli che hanno votato per l’abolizione, ci ha colpito in modo particolare. Ci ha fatto riflettere. Anzi, direi ci ha fatto proprio diventare matti, visto il ruolo che questa persona ricopre e la categoria che egli rappresenta.

Parliamo di una personalità importante, che in una puntata di Domenica In (Rai Uno) dello scorso 28 marzo fa si esprimeva così: “Il personale sanitario che si rifiuta di vaccinarsi è incompatibile con il percorso di studio che ha fatto e con la missione che sta facendo. Per me tolleranza zero. È inaccettabile”.

Ma soprattutto parliamo di un medico, ex viceministro della salute nel governo Conte II e che oggi ricopre il ruolo di sottosegretario di Stato al Ministero della Salute nel governo Draghi: il dott. Pierpaolo Sileri.

Per carità, prima o poi quasi tutti cambiamo opinione. E anzi, farlo è segno di intelligenza (almeno così dicono) e di crescita. Ma… Cosa può essere cambiato di così drastico dal 28 marzo (data della puntata di Domenica In) al 13 maggio (votazione in Senato)?

Sileri ha davvero stravolto la sua opinione circa la necessità di vaccinare a tappeto il personale sanitario? Il sottosegretario avrà mica sbagliato a votare? È uno scherzo?

Rimaniamo in attesa che qualcuno ci illumini sulla questione che, per certi versi, ci appare come moderatamente preoccupante. Di sicuro, quest’altra parentesi non fa che confondere i cittadini e va ad aggiungersi, inevitabilmente, alle innumerevoli contraddizioni che hanno caratterizzato la lotta al Sars-Cov2.

Autore: Alessio Biondino

P.S. Come ipotizzato, trattavasi di un semplice errore. Ecco la nostra rettifica (clicca qui).

Alessio Biondino

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