Anche l’Olanda starebbe facendo succulente offerte ai nostri infermieri per portarli ad esprimere la loro incompresa, sottovalutata e malpagata (almeno in patria) professionalità tra i tulipani.
Un percorso interessante
Quindi dopo Inghilterra, Germania, Lussemburgo, Irlanda e Svizzera, anche da Amsterdam sarebbero pronti a costruire delle vie sicure e adornate di petali di rosa per favorire l’approdo di chissà quanti professionisti sanitari italiani nei loro ospedali.
Tramite la EMTG Health Care, infatti, si starebbero reclutando diversi colleghi per inserirli in un interessante percorso di formazione e avviamento al lavoro. Tutto spesato, ovviamente, compresi vitto e alloggio. Dopodiché… Contratti di lavoro base di 18 mesi (rinnovabili), corso di lingua gratuito e uno stipendio lordo che può arrivare a 43.000 euro l’anno.
Stipendi alti e sconti sulle tasse
Si partirebbe da un salario di 2500 euro netti per 32-36 ore settimanali, con la possibilità di vederlo crescere fino a oltre 3.000 euro grazie a straordinari ben pagati e alle leggi olandesi che prevedono sconti sulle tasse (fino al 30%) per i lavoratori stranieri (nei primi 5 anni).
In quanti aderiranno? Difficile dirlo. Fatto sta che, nonostante ci sia stata la pandemia (che si sperava aprisse davvero gli occhi di tutti, Governo incluso, sull’importanza degli infermieri) e vi sia una carenza insostenibile di professionisti dell’assistenza alla persona in tutto il paese, stiamo rischiando di diventare il supermercato d’Europa.
La fuga va arginata
Perché gli infermieri italiani sono ai primissimi posti per titolo di studio, professionalità e competenza. E perché, come ribadito da De Palma (Nursing Up), una cosa è certa: “In questo momento, ahimè, l’Italia, lo ribadiamo da tempo, è lontana anni luce dal poter riservare trattamenti del genere ai propri operatori sanitari.
Tutt’altro! Non è un caso che Sindacati come il nostro scenderanno di nuovo in piazza per urlare a gran voce la febbricitante realtà di una sanità italiana che appare afflitta da troppo tempo da patologie croniche, che ricadono inevitabilmente su infermieri con gli stipendi tra i più bassi d’Europa, alle prese con turni massacranti, demansionamenti, violenze fisiche e psicologiche che si consumano nelle corsie, prospettive di valorizzazione con il contagocce.”
Per il presidente nazionale Nursing Up “il Governo e le Regioni, hanno il dovere di arginare la fuga di giovani infermieri italiani verso l’estero. Solo così la malandata macchina del nostro sistema sanitario, legato a filo doppio alla professionalità degli infermieri di oggi e di domani, che rappresentano il 70% del nostro comparto sanitario, potrà pensare di rimettersi in moto e andare avanti”.
Anche noi importeremo infermieri?
Eh sì, Governo e Regioni avrebbero il dovere di farlo. Ma chi glielo fa fare? Come insegnano i direttori di diverse RSA (VEDI), piuttosto che fare offerte di lavoro degne ai propri professionisti per non farli scappare è sicuramente meno dispendioso andare a pescare nuove professionalità in India, in Perù, in Tunisia, in Albania e in tutti quegli altri paesi dove la qualità della formazione degli infermieri non è propriamente paragonabile alla nostra. Senza sottovalutare il fatto che gli OSS scalpitano e che si possono pensare chissà quanti altri escamotage per renderli “Super”…
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