Offerte di lavoro degne? Meglio importare infermieri da Tunisia, India e Perù

Vi è una insostenibile penuria di personale infermieristico (VEDI) in tutto il bel paese e questo, grazie alla pandemia, non è più un mistero. Molti infermieri fuggono a gambe levate da una professione (VEDI) assai poco remunerativa, poco riconosciuta, dai turni massacranti e anche questo… Non è più un segreto di Stato. Per non parlare, poi, di quelli che non vogliono vaccinarsi contro la Covid-19 e che vengono sospesi.

Senza infermieri la sanità è in affanno

Fatto sta che gli ospedali, l’assistenza territoriale, le strutture private e le RSA sono terribilmente in affanno. Soprattutto queste ultime. Tanto che le aziende provano ad inventare formule assai poco fattibili come quella dei Super OSS (VEDI) o altri improbabili escamotage per far fronte al problema.

Offerte degne? No, meglio cercare all’estero

Oppure, invece di studiare il modo di fare offerte di lavoro degne di tale nome così da attirare o trattenere i professionisti in fuga verso stipendi e condizioni di lavoro migliori, si prova a prenderli all’estero. Non in Europa, ovviamente, visto che non ci verrebbe nessuno (solo la Grecia paga gli infermieri meno di noi…), ma in quei paesi dove la qualità della formazione degli infermieri non è propriamente paragonabile alla nostra.

‘Un fatto gravissimo’

Come ricordato recentemente da De Palma (Nursing Up, VEDI), “Gli infermieri italiani sono tra i pochi, in Europa, ad avere la qualifica accademica di dottore: far arrivare in Italia infermieri extracomunitari, con tutto il rispetto per queste persone, senza garantire che il loro livello di studi sia analogo alla nostra laurea, rappresenta un fatto gravissimo.

Infermieri in arrivo dal Perù

Comunque… Nel mantovano ne stanno arrivando dal Sud America. Come spiegato da Paolo Portioli (direttore generale della Fondazione Mazzali) alla Gazzetta di Mantova, “Innanzitutto c’è da dire che ormai da mesi stiamo gestendo le nostre Rsa in carenza di organico.

A livello provinciale manca almeno una cinquantina di infermieri e ogni giorno c’è una sorta di migrazione verso gli enti pubblici. In pratica è una guerra tra poveri visto che, per dirla fuori dai denti, siamo uno contro l’altro e ci stiamo rubando gli infermieri.

A questo punto abbiamo puntato sull’estero dopo aver scoperto un canale di reclutamento in Perù dove il corso per infermieri è di cinque anni e la lingua spagnola facilita il loro inserimento in Italia.

Dopo mesi di trattative arriveranno i primi cinque e altri sei più avanti. Ma sono ancora pochi, perché potremmo averne un’altra dozzina, ma a questo punto ci scontriamo con la burocrazia che blocca tutto”.

Infermieri da Tunisia e India

A Ravenna, invece, ne arriveranno 36 da Tunisia e India. Lo ha annunciato, a Ravenna Today, Katia Gulino, responsabile del settore socio-sanitario Confcooperative Romagna: “La procedure previste dalla legge sull’immigrazione attualmente in vigore permettono, in casi particolari e per far fronte alle necessità dettate dalla pandemia, l’ingresso di infermieri e professionisti sanitari stranieri nel nostro paese.

Grazie a questa opportunità sono in attesa di ricevere il nulla osta per l’Italia 36 infermieri dalla Tunisia e dall’India e stiamo lavorando per aprire un canale anche con l’Albania”.

‘L’unica soluzione’

Come è stato ricordato da Antonio Buzzi, vicepresidente Confcooperative Romagna e presidente Consorzio Solco Ravenna, Oggi non ci sono infermieri specializzati disponibili sul mercato del lavoro e finché le Università italiane non riusciranno a garantire il numero minimo di infermieri di cui c’è bisogno, il reclutamento dall’estero è l’unica soluzione”.

Quelli della ‘crisi’ erano bei tempi… Per i dirigenti

Già. È l’unica soluzione. Sempre che si voglia continuare a pagare i professionisti due soldi… Purtroppo, cari dirigenti aziendali, eravate abituati bene: fino a non molto tempo fa c’erano tanti professionisti a spasso, disposti ad accettare contratti ridicoli, finte partite iva, paghe irrisorie e condizioni di lavoro al limite della follia pur di lavorare.

Già, perché nonostante anche prima della pandemia vi fosse una carenza di personale infermieristico intollerabile pressoché ovunque, gli infermieri non li cercava praticamente nessuno: non vi erano concorsi pubblici, le assunzioni latitavano e il mercato era pressoché saturo.

C’era la “crisi” e per voi era tutto… Perfetto: il “prezzo” lo facevate voi. Le condizioni le dettavate voi, secondo l’antica formula “o mangi questa minestra, o ti butti dalla finestra”; consapevoli del fatto che c’era sempre e comunque la fila alla porta.

Altri tempi

Poi è arrivata la Covid, che ha fatto saltare di punto in bianco i vostri piani e ha sputato in faccia a media e cittadini la tremenda carenza di personale che ci ha fatto affrontare l’emergenza sanitaria praticamente in mutande. 

Noi infermieri capiamo bene che per voi quelli della “crisi” erano decisamente tempi d’oro, ma… Abbiamo per voi una sconvolgente notizia: QUEI TEMPI SONO FINITI. Adesso, se volete davvero attrarre i professionisti, dovreste rivedere in fretta il vostro modo di trattarli.

Altrimenti, siete liberissimi di andare a cercarli su altri pianeti (poveri cittadini).

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Alessio Biondino

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