OPI Ancona: “Il 60% degli infermieri è in Burnout”


“Gli infermieri rappresentano il pilastro fondamentale del Servizio Sanitario Nazionale, un patrimonio inestimabile che tutti abbiamo il dovere morale ed etico di proteggere e trasmettere alle future generazioni”, ha affermato Luciano Onder, noto giornalista e divulgatore scientifico, intervenendo in qualità di presidente e coordinatore all’evento organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ancona. L’incontro, intitolato “Dal Burnout alla valorizzazione dell’infermiere: come trasformare il presente per costruire un nuovo futuro professionale”, ha riunito numerosi infermieri e studenti di Scienze Infermieristiche.


Giuseppino Conti, presidente dell’Opi di Ancona, ha aperto l’evento con un discorso in cui ha sottolineato come l’emergenza Covid abbia messo in luce le profonde carenze strutturali e di personale del sistema sanitario. “Ci siamo illusi che queste criticità potessero essere finalmente risolte”, ha detto, aggiungendo che i recenti episodi di violenza contro il personale sanitario, che un tempo erano considerati eccezioni, stanno purtroppo diventando una triste abitudine. Tali eventi sono il risultato di modelli organizzativi mai realmente implementati. Secondo Conti, la percezione dei pazienti è quella di un’assistenza carente, con lunghe liste d’attesa e prestazioni inadeguate, ma spesso non si comprende che i responsabili di tali disservizi non sono gli operatori sanitari. Gli infermieri, infatti, sono le prime vittime di un sistema da riformare. Conti ha anche evidenziato l’urgenza di attivare il servizio degli infermieri di famiglia e di comunità, una figura prevista da tempo ma mai realmente implementata.


Durante l’evento è emerso chiaramente come l’Italia stia affrontando una grave crisi di carenza di personale infermieristico, con 65.000 infermieri mancanti e un gran numero di professionisti che scelgono di lavorare all’estero. Di quelli in servizio, circa il 60% soffre di burnout a causa di condizioni lavorative difficili, scarsità di risorse e progressioni salariali inadeguate. Il contesto è ulteriormente aggravato dal fatto che la maggior parte degli infermieri è composta da donne (circa il 78%), molte delle quali faticano a bilanciare vita lavorativa e familiare.


Guardando al futuro, il problema della carenza di infermieri si inserisce in un quadro più ampio: l’invecchiamento della popolazione italiana. L’Italia è, infatti, il secondo paese più vecchio al mondo dopo il Giappone, e la crisi demografica si aggrava di anno in anno. Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, ha lanciato un appello per la nomina di un Commissario Straordinario per affrontare in maniera urgente la questione, sottolineando che, senza interventi decisi, il sistema rischia di non avere più infermieri operativi nei prossimi anni.

burnout infermieristico

Alessio Biondino

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