alla delibera regionale sugli OSS: serve una seria programmazione
Comunicato Stampa – I Presidenti degli Ordini delle Professioni infermieristiche del Veneto e le Segreterie Regionali di Fp CGIL, CISL Fp e UIL Fpl si sono incontrati per analizzare la DGR Veneto 305 del 16 marzo 2021 che ha previsto l’attivazione di corsi per operatore socio sanitario con formazione complementare, estendendo competenze ed attività per questo profilo.
Una scelta pilotata, evidentemente dettata dalle pressioni esercitate dalle associazioni datoriali, a fronte di importanti criticità delle strutture, per quanto riguarda la carenza di personale infermieristico. Una risposta dettata dall’emergenza, che apparentemente prova a dare soluzione ad un problema reale, intervenendo su una modifica di fatto di profili professionali che non sta in capo alle singole regioni, ma che in realtà potrebbe determinare ricadute pesanti sulla sicurezza di ospiti e lavoratori delle strutture, oltre che sulla qualità e sicurezza dell’assistenza.
Garantire il diritto all’assistenza sanitaria per tutte le persone ospiti delle strutture, significa salvaguardare i principi di sicurezza e qualità delle prestazioni erogate, dai quali non si può prescindere.
Serve una valutazione delle necessità assistenziali in una visione di insieme, poi eventualmente, un approccio di revisione dei profili entro il perimetro delle competenze derivate dall’excursus formativo di ogni professionista. Serve una seria programmazione e pianificazione ex ante e non ex post, serve una rivalutazione delle attuali dotazioni organiche. Il testo della DGR indica invece, un tentativo atto a risolvere una criticità, attraverso un mero trasferimento di competenze, senza una reale ”vision” e senza considerare a cosa può portare tale approccio nell’organizzazione assistenziale stessa.
Immaginare quindi di risolvere la carenza di infermieri operando una sostituzione con il profilo di o.s.s. , attribuendo loro competenze che stanno in capo alla professione infermieristica, non è accettabile ed è una semplificazione che espone infermieri e oss a responsabilità enormi anche dal punto di vista giuridico e professionale.
La risposta ai bisogni di salute ed assistenza dei cittadini, deve prevedere standard quantitativi e qualitativi adeguati di professionisti ed operatori sanitari, a garanzia della tutela della salute, che deve essere strutturata rivedendo l’organizzazione delle residenze, alla luce della complessità socio-sanitaria attuale.
I ruoli e le funzioni degli operatori vanno definiti focalizzando i bisogni assistenziali che gli ospiti manifestano e non le sole esigenze contingenti, riducendo la complessità assistenziale ad una mera serie di atti.
Nel rinnovare la contrarietà a questa delibera, invitiamo l’Assessore Lanzarin ed il Presidente Zaia a ritirare la DGR 305/2021.
Scelte di questa natura richiedono, se vogliono rispondere ad un disegno complessivo di riordino dei profili professionali ( a Roma la Commissione Salute, assieme agli Assessori di ogni regione e le OO.SS. stanno lavorando su questo), che miri ad elevare competenze e qualità delle cure e dell’assistenza, modifiche legislative e ordinamentali uniformi in tutto il territorio nazionale. Un riordino complessivo di tutte le figure professionali che compongono la filiera della salute. Non solo infermieri e oss. Se la volontà è quella di delineare strategie condivise a tutela della salute, della sicurezza di cittadini e dei professionisti, valorizzando concretamente le specificità di ciascuno, per garantire davvero un’assistenza personalizzata, competente, sicura e di elevata qualità, le risposte non possono essere legate alla contingenza.
Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo
La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa. Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.
Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore
32.00 € 30.40 €
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