“Fare quell’intervento chirurgico è stata una decisione che io non volevo prendere: è stato un infermiere a convincermi”.
Il contatto diretto coi pazienti
A dichiararlo, in una conversazione a porte chiuse avuta durante il viaggio papale a Budapest e Bratislava (12-15 settembre) con 53 confratelli gesuiti, è stato l’84enne Papa Francesco. Che ha aggiunto: “Gli infermieri a volte capiscono la situazione più dei medici perché sono in contatto diretto con i pazienti”.
L’intervento chirurgico subito
Nel dialogo, riportato dal direttore di Civiltà Cattolica (padre Antonio Spadaro) e pubblicato dal quotidiano La Stampa, il pontefice si riferisce chiaramente all’operazione subita al colon lo scorso 4 luglio presso il Policlinico Gemelli di Roma e per cui è stato ricoverato 10 giorni.
Un delicato intervento, che ha risolto una stenosi diverticolare con segni di diverticolite sclerosante grazie all’asportazione di un segmento di intestino malato.
Gli infermieri nella vita del papa
Sono passate tre settimane da quando Bergoglio, in una intervista alla radio spagnola Cope, raccontò: “Mi ha salvato la vita un infermiere, un uomo con molta esperienza. È la seconda volta nella mia vita che un infermiere mi salva la vita” (VEDI).
In quell’occasione il papa non svelò chissà quali dettagli circa il nuovo ‘salvataggio’; ma ora, grazie alle parole che padre Antonio Spadaro si è lasciato scappare, queste informazioni sono finalmente emerse.
‘Mi volevano morto’
Francesco, durante la conversazione coi gesuiti, si è anche lasciato andare dei commenti inquietanti circa le reazioni della Chiesa alle sue presunte gravi condizioni di salute: “Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto.
So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a dio sto bene”.
Autore: Alessio Biondino
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