Sarebbe accaduto lo scorso mercoledì 29 dicembre, all’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma: un paziente, agitato e assai poco collaborante, si sarebbe scagliato contro un’infermiera recidendole una falange con un morso.
L’aggressione
L’uomo, 55enne romano, era arrivato al pronto soccorso piuttosto agitato e, a un certo punto, dopo essere andato in escandescenza, si sarebbe messo a insultare un po’ tutto il personale presente, fino ad aggredire ’infermiera che stava provando a calmarlo.
“All’improvviso me lo sono ritrovato addosso, era una scheggia impazzita. Sono stati i miei colleghi a salvarmi” ha raccontato la donna a Il Messaggero (VEDI).
Ondata di violenza senza fine
E l’ondata di violenza verso quelli che, non molto tempo fa, quando si stava con l’acqua alla gola e si era terribilmente spaventati dal virus, erano considerati gli ‘eroi’ dei nostri tempi, non si ferma.
Nel Lazio e in tutta Italia sono all’ordine del giorno, infatti, episodi di violenza verbale e fisica ai danni degli operatori sanitari; un fenomeno, questo, addirittura in ascesa a causa dei deliri e dell’intransigenza no vax.
Urgono azioni decise
Per ricordare gli ultimi: il giorno di Santo Stefano, presso il Policlinico Umberto I (Roma), un signore di 72 anni positivo al Coronavirus è stato arrestato per essersi barricato nel nosocomio e aver aggredito personale sanitario e forze dell’ordine con un cacciavite. E a Tor Vergata, sempre nell’ultima settimana, si contano ben tre aggressioni.
Urgono da tempo azioni decise ed immediate per arginare il triste fenomeno in costante crescita, ma… La politica, nella figura dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, riesce solo a proferire il solito e inutilmente rammaricato: “I nostri operatori stanno combattendo in prima linea il virus con passione e abnegazione”.
Viva l’abnegazione.
“E poi ti ritrovi davanti a quel letto e a un paziente che non respira”
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento