Paziente legato alla sedia a rotelle, infermiera assolta


Una sentenza relativa allo scorso maggio, ma le cui motivazioni sono state depositate in questi giorni, ha assolto un’infermiera dell’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna dalle accuse di violenza privata nei confronti di un anziano paziente.

La sua decisione di spostare il paziente dalla sua postazione letto alla sedia a rotelle, lasciandolo seminudo nella corsia del reparto con i polsi legati, è stata infatti considerata legittima dalla corte. La motivazione della sentenza sottolinea che l’infermiera ha agito nell’interesse del paziente, cercando di fronteggiare una situazione di emergenza e garantendone la tutela.


La segnalazione riguardo a questo episodio era stata fatta dalla figlia dell’anziano, che aveva trovato il padre nella carrozzina da solo, con il pannolone e con i polsi legati. L’infermiera stessa aveva ammesso di aver effettuato tale azione per la sua sicurezza. Durante il processo, l’infermiera ha spiegato che il paziente era a tratti moto agitato e che quella notte aveva iniziato anche a disturbare gli altri pazienti nel reparto.

Ha altresì affermato di aver cercato di contattare i familiari, ma uno di loro non sarebbe stato in grado di raggiungere l’ospedale prima di un paio d’ore. Pertanto, l’infermiera ha invocato l’autorizzazione del medico di guardia per ripristinare la terapia farmacologica al fine di calmarlo, ma tale richiesta è stata respinta al mittente. Da qui la drastica decisione di contenerlo.


Durante il processo, il giudice ha sottolineato la critica situazione del reparto quella notte, con numerosi pazienti anziani e agitati (36 posti letto) e solo due infermieri a gestirli. Ha evidenziato la drammatica carenza di risorse umane nel sistema sanitario nazionale, che non dovrebbe essere compensata dalla buona volontà dei parenti dei pazienti o dall’impegno degli operatori sanitari, in quanto il prezzo da pagare non dovrebbe ricadere né sugli uni né sugli altri, né tantomeno sui pazienti stessi.

In conclusione, la sentenza ha assolto l’infermiera dalle accuse di violenza privata, riconoscendo che ha agito nell’interesse del paziente in una situazione di emergenza e carenza di risorse umane nel reparto ospedaliero (VEDI Corriere Romagna).

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Alessio Biondino

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