Un infermiere 53enne di Cervia (Ravenna) è a processo per esercizio abusivo della professione medica e omicidio colposo.
Il cocktail di farmaci assassino
Egli, in un turno di notte come tanti presso la lungodegenza dell’ospedale di Cervia, avrebbe arbitrariamente somministrato per via endovenosa un mix di Valium e Talofen (Diazepam e Promazina Cloridrato) dal dosaggio non ben identificato a una paziente 66enne che non riusciva a dormire.
La testimone
Farmaci per cui non vi era alcuna prescrizione medica e che causarono, di lì a poco, il decesso della paziente. Il tutto sarebbe stato visto dalla sua collega di turno, 27enne all’epoca dei fatti (autunno 2016), che lo scorso martedì 16 novembre è stata chiamata a deporre davanti al giudice Andrea Chibelli.
‘Ero preoccupata’
La sanitaria, che a quei tempi era alla prima esperienza in ospedale, ha dichiarato di averlo visto preparare la siringa e dirigersi nella stanza della paziente: “Mi opposi, gli dissi di aspettare, lo seguii, lo vidi aspirare la fialetta di Valium e tornare nella stanza, praticando l’iniezione in bolo, nel catetere della paziente. Ero preoccupata ma la sua sicurezza mi tranquillizzò”.
‘Allertai io il medico di guardia’
E la paziente si addormentò. Purtroppo, però, dopo le 22:30, gli infermieri si accorsero che ella era deceduta: “Lo vidi rientrare in stanza e andai anch’io, sorprendendolo tentare di sentirle il polso carotideo” ha spiegato in aula la professionista. Ma la donna era oramai morta da chissà quanto tempo, “pallida, con la bocca semiaperta e i parametri vitali irrilevabili”.
La sanitaria, perciò, allertò subito il medico di guardia che non poté fare altro che constatare il decesso della signora mentre il 53enne “stava praticando un blando massaggio cardiaco”.
All’indomani della tragedia, l’uomo inviò un breve messaggio di testo alla sua collega, il cui significato si presta a facili interpretazioni: “Mi raccomando, uniti sempre”.
‘Un perfetto infermiere’
Come riportato dal Corriere Romagna, sembra che la coordinatrice infermieristica dell’epoca abbia definito in aula il 53enne come “un perfetto infermiere, preparatissimo, attento ai bisogni dei pazienti”. Però “Quando lui faceva la notte”, hanno sospettosamente asserito i suoi colleghi, “i pazienti la mattina erano tutti più tranquilli.”
“Fingi di vaccinarmi, ti do 5000 euro”. Infermiere nei guai?
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