Il pensiero critico nell’infermieristica

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Dalla rivista Neu 4 dicembre 2018 un estratto dell’articolo: “Il pensiero critico”

Il pensiero critico nell’infermieristica

Il pensiero critico viene comunemente identificato con l’atteggiamento del dissidente, di colui che è contro qualcosa o qualcuno. In realtà esso è il prodotto di una serie di capacità, la valutazione, l’inferenza, il ragionamento deduttivo e induttivo che costituiscono, per un soggetto, il substrato intellettivo per formulare buoni giudizi e prendere buone decisioni. In campo infermieristico, il pensiero critico è fondamentale sia per la qualità dell’assistenza sia per la crescita del professionista.

Il pensiero critico nell’assistenza

Per quanto concerne l’assistenza, il pensiero critico aiuta gli infermieri a discernere, attraverso valutazioni circostanziate, ciò che è importante per la persona assistita soprattutto a fronte di situazioni cliniche inusuali – a esplorare soluzioni alternative, ad assumere decisioni contestualizzate e personalizzate che consentano di ottenere, per quanto possibile, esiti soddisfacenti.

Il pensiero critico e il professionista

Per quanto riguarda il professionista, il pensiero critico costituisce un ancoraggio utile per evitare, soprattutto in contesti organizzativi costrittivi e turbolenti, possibili derive acritiche verso un meccanicismo prestazionistico. Non solo; un pensiero critico debole non rende gli infermieri in grado di comprendere e risolvere i problemi che li riguardano, con il rischio di rimanerne sommersi.

Il pensiero critico come parte del percorso di apprendimento

Il pensiero critico è principalmente frutto di un lungo percorso di apprendimento che si irrobustisce con l’esperienza. La formazione di base dell’infermiere consiste nel frequente uso di metodi ed esperienze basate sul pensiero critico; non altrettanto si può dire per la formazione continua che, purtroppo, tende a privilegiare la dimensione dell’aggiornamento più che quella riflessiva.

La sfida attuale, quindi, è quella di sostenere, in vari modi, nei luoghi di cura e di formazione, professionisti catalizzatori di pensiero critico in grado di diffondere questo stile di pensiero nella prassi infermieristica quotidiana.

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La radice etimologica del termine “critico” è da ricercarsi nel verbo greco “crino” che significa, appunto, “giudicare, separare, distinguere, discernere”, da cui deriva anche il termine crisi, già presente all’interno del vocabolario greco, che indica proprio l’atto di scegliere, attraverso un discernimento.

Professione infermiere: alle soglie del XXI secolo

La maggior parte dei libri di storia infermieristica si ferma alla prima metà del ventesimo secolo, trascurando di fatto situazioni, avvenimenti ed episodi accaduti in tempi a noi più vicini; si tratta di una lacuna da colmare perché proprio nel passaggio al nuovo millennio la professione infermieristica italiana ha vissuto una fase cruciale della sua evoluzione, documentata da un’intensa produzione normativa.  Infatti, l’evoluzione storica dell’infermieristica in Italia ha subìto un’improvvisa e importante accelerazione a partire dagli anni 90: il passaggio dell’istruzione all’università, l’approvazione del profilo professionale e l’abolizione del mansionario sono soltanto alcuni dei processi e degli avvenimenti che hanno rapidamente cambiato il volto della professione. Ma come si è arrivati a tali risultati? Gli autori sono convinti che per capire la storia non basta interpretare leggi e ordinamenti e per questa ragione hanno voluto esplorare le esperienze di coloro che hanno avuto un ruolo significativo per lo sviluppo della professione infermieristica nel periodo esaminato: rappresentanti di organismi istituzionali e di associazioni, formatori, studiosi di storia della professione, infermieri manager. Il filo conduttore del libro è lo sviluppo del processo di professionalizzazione dell’infermiere. Alcune domande importanti sono gli stessi autori a sollevarle nelle conclusioni. Tra queste, spicca il problema dell’autonomia professionale: essa è sancita sul terreno giuridico dalle norme emanate nel periodo considerato, ma in che misura e in quali forme si realizza nei luoghi di lavoro, nella pratica dei professionisti? E, inoltre, come si riflettono i cambiamenti, di cui gli infermieri sono stati protagonisti, sul sistema sanitario del Paese? Il libro testimonia che la professione è cambiata ed è cresciuta, ma che c’è ancora molto lavoro da fare. Coltivare questa crescita è una responsabilità delle nuove generazioni. Le voci del libro: Odilia D’Avella, Emma Carli, Annalisa Silvestro, Gennaro Roc- co, Stefania Gastaldi, Maria Grazia De Marinis, Paola Binetti, Rosaria Alvaro, Luisa Saiani, Paolo Chiari, Edoardo Manzoni, Paolo Carlo Motta, Duilio Fiorenzo Manara, Barbara Man- giacavalli, Cleopatra Ferri, Daniele Rodriguez, Giannantonio Barbieri, Patrizia Taddia, Teresa Petrangolini, Maria Santina Bonardi, Elio Drigo, Maria Gabriella De Togni, Carla Collicelli, Mario Schiavon, Roberta Mazzoni, Grazia Monti, Maristella Mencucci, Maria Piro, Antonella Santullo. Gli Autori Caterina Galletti, infermiere e pedagogista, corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.Loredana Gamberoni, infermiere, coordinatore del corso di laurea specialistica/ magistrale dal 2004 al 2012 presso l’Università di Ferrara, sociologo dirigente della formazione aziendale dell’Aou di Ferrara fino al 2010. Attualmente professore a contratto di Sociologia delle reti di comunità all’Università di Ferrara.Giuseppe Marmo, infermiere, coordinatore didattico del corso di laurea specialistica/ magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede formativa Ospedale Cottolengo di Torino fino al 2016.Emma Martellotti, giornalista, capo Ufficio stampa e comunicazione della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi dal 1992 al 2014.

Caterina Galletti, Loredana Gamberoni, Giuseppe Marmo, Emma Martellotti | 2017 Maggioli Editore

32.00 €  25.60 €

L’etimologia del termine restituisce significato originale a un’interpretazione che oggi è spesso banalizzata del pensiero critico, identificato con l’atteggiamento del dissidente, di colui che è contro qualcosa o qualcuno.

Lo sviluppo del pensiero critico nei luoghi di formazione e cura è una questione vitale per l’assistenza infermieristica e per gli infermieri; la vera sfida attuale è, quindi, quella di individuare e valorizzare quei professionisti che, facendo da catalizzatori di pensiero critico, ne attraggano altrettanti in grado di diffondere questo stile di pensiero nella prassi infermieristica quotidiana.

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Giancarlo Mercurio

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