Il Documento di Economia e Finanza
All’interno del DEF, per la prima volta, sono stati inseriti quattro indicatori: del reddito medio disponibile, dell’indice di disuguaglianza, del tasso di mancata partecipazione al lavoro, oltre a quello che valuta il benessere in riferimento a emissioni di CO2 e di altri gas rilevanti. Il tutto, sia ben chiaro, nell’ottica di un miglioramento delle condizioni di lavoro e ponendo l’accento sul maggior rispetto delle tematiche legate alla salute dei cittadini.
Nell’attesa di scoprire nel dettaglio il valore in termini economici di tali investimenti, sembrerebbe garantita la possibilità di un avere nuove risorse per il rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione, anche qui però, non vi è uno specifico richiamo alle somme, ma un generico riferimento a futura data da destinarsi.
Introduzione di indicatori del benessere
L’Italia è così il primo paese in Europa ad aver introdotto in un documento nel DEF, atti che prevedono dei veri è propri Indicatori del benessere equo e sostenibile (BES). Un passo avanti se si pensa alle condizioni generalizzate di forte precarietà in cui è costretto a vivere il personale sanitario e soprattutto l’utenza.
Secondo tali previsioni la maggiore attenzione alle tematiche legate alla salute, all’ambiente, alle disuguaglianze economiche, alla qualità del lavoro ( il vero e proprio grande vulnus del Sistema Sanitario Nazionale), al livello di istruzione della popolazione, dovranno concorrere tutte insieme, e rendere il livello medio di benessere della collettività più elevato.
Prospettato l’aumento di benessere sociale
Le scelte programmatiche inserite quindi nel contesto delle valutazioni da dovere porre in essere per il prossimo triennio, prevedono quindi che la valutazione della ricchezza del nostro paese non sia più legata esclusivamente al Pil, ma anche ai fattori di benessere sopra menzionati. L’innovazione così espressa si inserisce nell’ottica di intraprendere un nuovo percorso per i rapporti tra le politiche economiche ed il benessere del cittadino.
Entro il 15 febbraio di ogni anno dovrà essere presentata alle Camere una apposita relazione, il cui oggetto sarà l’individuazione delle particolari evoluzioni riguardanti gli indicatori del benessere equo e sostenibile, sulla base degli effetti della legge di bilancio.
Si spera nel complesso di ottenere i risultati sperati, anche se, per ciò che attiene al settore sanitario, l’indagine sulle previsioni per i prossimi tre anni non fanno ben sperare. La spesa sanitaria crescerà solo del 1,3% percentuale ben al di sotto di ciò che è previsto come crescita del Pil. Difficile quindi prevedere un netto miglioramento della sanità italiana, questo almeno fino al 2019, dal 2020, infatti, la spesa dovrebbe salire attestandosi intorno ai 118,5 miliardi di euro.
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