A dichiararlo è Paolo Santesso, l’amministratore unico di Sersa, residenza per gli anziani di Belluno, a seguito della pronunciazione del Tribunale del capoluogo veneto che ha di fatto respinto il ricorso di 8 operatori sanitari (6 di Sersa, 2 di Sedico Servizi) contrari alla vaccinazione anti-Covid.
Ma andiamo in ordine e raccontiamo dall’inizio la vicenda. Qualche mese orsono, dieci operatori delle case di riposo di Belluno e Sedico hanno scelto di non sottoporsi al vaccino anti-Covid. Una volta preso atto della situazione, le due società di servizi hanno deciso di metterli in ferie ‘forzate’ o in permesso che, all’inizio, sono stati regolarmente retribuiti.
I lavoratori, con la paura di essere successivamente licenziati, hanno presentato subito ricorso presso il Tribunale. Ma il giudice Anna Travia ha rigettato la loro istanza in data 19 marzo in quanto l’articolo 2087 del Codice Civile impone al datore di lavoro l’obbligo di tutelare la salute dei lavoratori.
A quel punto gli operatori, con le spalle al muro, hanno deciso di andare avanti e hanno chiesto la riforma del provvedimento. Ma non solo: come spiegato da Il Corriere del Veneto, hanno sollevato dubbi di legittimità costituzionale sul decreto legge 44 del 2021 “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da Covid-19, in materia di vaccinazioni anti Sars-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici” (che prevede l’obbligo vaccinale per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario).
Ma hanno rovinosamente perso: lo scorso giovedì, con l’ordinanza 328 del tribunale di Belluno (presidente del collegio Umberto Giacomelli), come spiegato da Santesso “Il tribunale rileva l’inammissibilità del reclamo, ritenendo la questione superata dalle previsioni del decreto legge 44. Viene rigettata anche la questione di legittimità costituzionale sul decreto”.
Che fine faranno, adesso, gli operatori sanitari ribelli? “Uno di loro si è vaccinato mentre altri due hanno rassegnato le dimissioni” ha aggiunto l’amministratore unico. Sono rimasti in 5 quindi. E, a meno che non decidano di andare ulteriormente avanti, dovranno necessariamente vaccinarsi oppure cambiare lavoro. “D’altra parte è ciò che prevede anche il Decreto legge 44”, conclude Santesso.
Autore: Alessio Biondino
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