Basta guardare i volti dei nostri “eroi” ormai sfiniti, in alcuni casi anche un po’ rassegnati. In effetti, si pensava tutti, che con l’arrivo del nuovo anno ed in particolare coi vaccini tanto promessi, si sarebbe risolto il problema.
Purtroppo, alla luce degli ultimi fatti che hanno visto protagonista la sospensione del vaccino AstraZeneca e il netto ritardo della produzione di tutti gli altri vaccini, nonché gli ancora tanti dubbi da chiarire in merito a questi, si intravedono tempi ancora lunghi e bui, per una soluzione definitiva.
Intanto, sul campo di battaglia si continua a combattere senza sosta, lo testimoniano i volti degli infermieri, e degli OSS operanti nei centri Covid in giro per l’Italia, facce sfinite, affaticate da turni disarmanti di dodici ore, magari senza riposo dopo il turno notturno.
Non dimentichiamoci poi dei tecnici di radiologia, che ormai passano più tempo dietro il vetro a spingere pulsanti, piuttosto che a casa con le proprie famiglie; lo stesso si può dire dei tecnici di laboratorio, sempre più oberati da tamponi, referti, esami sierologici e quant’altro; inoltre, chiaramente, è doveroso ricordare tutti gli altri operatori e personale di servizi vari, che stanno con il loro sudore, mandando avanti la sanità italiana.
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In tutto questo, ci si chiede, dove sono finiti quei famosi finanziamenti per la sanità, di cui tanto si ha parlato in questi mesi? Ma soprattutto quando saranno utilizzati, visto che se ne ha bisogno oggi e non quando tutto sarà finito? Risorse, che potrebbero aiutare le regioni nello scorrimento delle tante graduatorie attive, andando a rifocillare i vari reparti ospedalieri del personale più svariato, e venendo incontro a chi ormai è provato fortemente.
La situazione purtroppo ormai è insostenibile, occorre effettivamente un intervento concreto da parte di questo nuovo Governo, che punti almeno in questa grave crisi pandemica, a mettere da parte l’invalidante sistema burocratico, attraverso degli interventi mirati e veloci, per arrivare a dare delle risposte concrete ai tanti operatori sanitari che stanno vivendo situazioni molto difficili e stressanti.
A tal proposito non sarebbe sbagliato se tutte le Asl, mettessero a disposizione dei propri dipendenti, un servizio di supporto psicologico per chi sta combattendo in prima linea. Un aiuto concreto che è stato già messo a punto da diverse regioni, ma occorre fare molto di più, magari intervenendo a livello nazionale.
Un appoggio reale, dunque, che punti a sostenere chi ormai è arrivato ad una forte condizione di malessere, sono tanti infatti, quegli operatori sanitari che a causa delle grandi difficoltà che stanno vivendo in questo periodo, sono sempre più propensi a cambiare mestiere, a rinunciare al proprio posto di lavoro dopo magari aver fatto sacrifici e aver studiato per fare concorsi.
Intanto stringiamo i denti, nella speranza che prima o poi finisca tutto e continuiamoci a ripetere ottimisticamente, che “ANDRA’ TUTTO BENE!“
Autore: Alessandro Salerno (profilo Facebook)
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