Giacomo Poretti e il suo spettacolo: “Scopa e pappagallo, amici fidati dell’infermiere”

Giacomo, Poretti, comico del trio “Aldo Giovanni e Giacomo” e ex infermiere ritornerà a parlare del suo passato in corsia il prossimo 22 settembre, in uno spettacolo di beneficienza presso il Teatro Massimo Troisi di San Donato Milanese.

Ultima spiaggia

Il suo “Chiedimi se sono di turno”, però, forse non farà divertire chissà quanto gli infermieri italiani. Poretti, infatti, racconta di qualcosa che non esiste più, di un mestiere (lontanissimo dall’essere l’attuale professione) scelto praticamente come ultima spiaggia, di una sorta di sguattero che pulisce i gabinetti, risponde ai campanelli e non solo.

Gesta professionali

Il problema è sempre lo stesso: quanti cittadini capiranno l’ironia, il contesto, il “racconto”, inquadrando bene nel tempo e nello spazio le gesta professionali messe in scena da Poretti? E quanti, invece, ci vedranno una specie di conferma sulle competenze e le responsabilità odierne della figura infermieristica?

Tra scope e pappagalli

Secondo quanto si legge su Milano Today, temiamo la seconda opzione: lo spettacolo «porta in scena la storia di un uomo che aveva immaginato per sé un avvenire radioso come calciatore, astronauta o avvocato di grido, ma che invece del pallone d’oro si ritrova tra le mani una scopa di saggina”» e deve rispondere costantemente all’annosa questione: “E adesso chi lo svuota il pappagallo?”»

Partito dai bagni

E ancora: Partito dai bagni, il protagonista dello spettacolo finirà sulla scrivania del Capo sala, dopo un vorticoso viaggio attraverso tutti i reparti dell’ospedale tra letti da rifare, suore, dottori, malati veri e immaginari, speranze di guarigione e diagnosi che spengono i sorrisi. 

Tutto questo sempre accompagnato da due amici fidati: la scopa di saggina e il pappagallo, lo strumento detestato da tutti in ospedale ma attraverso il quale passano tutta la delicatezza, la vergogna e il rispetto di quando si ha bisogno di aiuto e di qualcuno che tenga compagnia alla nostra fragilità”.

Che altro dire? In questo periodo tutto, ma proprio tutto, sembra essere studiato ad arte ed efficacemente organizzato per migliorare l’attrattività professionale dell’Infermieristica italiana…

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Alessio Biondino

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