Sarebbe questa la formula magica per risolvere i problemi della sanità italiana secondo il nuovo candidato del centrodestra a sindaco di Roma, il professor Enrico Michetti: ‘prendere’ da un non ben identificato esercito di tre milioni di nullafacenti, 30.000 persone per fare un ‘corso’ da infermiere.
Il ‘corso’ da infermieri secondo Michetti
Almeno così egli si esprimeva, pochi mesi fa, in una radio romana: “Dicono che servono 30 mila infermieri e allora bisogna andare a prendere i soldi del MES. Scusate, noi paghiamo 3 milioni di persone per stare a casa. Tra questi non ce ne sono 30 mila da poter prendere per fare un corso da infermieri?”
Una intuizione geniale? Non tanto, secondo l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma, che nella persona del suo presidente Maurizio Zega, adesso che Michetti è candidato sindaco, ha ritenuto opportuno rispondere per le rime.
Chi è il nuovo candidato sindaco di Roma?
Prima di arrivarci, però, presentiamo a dovere l’autore di questa ennesima uscita imbarazzante, che di sicuro non lo fa partire benissimo (almeno per ciò che concerne competenze in materia sanitaria) in questa sua scalata al Campidoglio.
Enrico Michetti è un avvocato, è professore di diritto degli enti locali all’Università di Cassino ed è direttore della Gazzetta Amministrativa. Il curriculum vanta un elenco di incarichi e di docenze, ma… Nella capitale è conosciuto soprattutto in quanto opinionista radiofonico che tutte le mattine disquisisce di attualità ai microfoni di Radio Radio, una delle emittenti romane più seguite.
La sua posizione riguardante i vaccini obbligatori
Radio in cui Michetti ne ha sparate anche di cotte e di crude. Sui vaccini obbligatori, ad esempio, il neo candidato ha dichiarato che con questi “si calpestano i presupposti per porre il cittadino e il lavoratore al centro del paese. Quando invece dovrebbero essere gli artefici della vita politica ed economica.
Non sudditi o subalterni da prendere come vacche, da vaccinare coattivamente contro la propria volontà. O a cui somministrare qualsiasi altra cosa, come facevano con le atlete dell’est. E si sono visti i risultati a distanza di anni”.
Ha poi corretto un po’ il tiro, ma la frittatina era già servita: “Ben vengano il vaccino, la cura, la prevenzione. Ma ci dev’essere un orientamento serio, dove la scienza è scienza. Non dove ogni quarto d’ora si cambia indirizzo. Così la gente non ci capisce più nulla, la barca è senza timone. E se non sai governare i processi, allora ti dimetti”.
Tranquilli, alla fine lui si è vaccinato. Speriamo che lo abbiano fatto anche tutti quei cittadini che avevano ascoltato la sua prima presa di posizione, però…
La risposta di Zega (Opi Roma): ‘Evidente ignoranza’
Comunque, tornando agli infermieri e all’uscita raccapricciante di cui sopra, il presidente dell’Opi di Roma Zega ha provato ad aggiornare Michetti (VEDI) circa la figura infermieristica ed il percorso formativo universitario che la caratterizza.
“L’Ordine delle Professioni infermieristiche è un Ente sussidiario dello Stato, e in nessun modo schierato politicamente. Spiace tuttavia di aver riscontrato, nelle dichiarazioni di un più che autorevole candidato alla carica di Sindaco della capitale una evidente ignoranza di quanto riguarda la nostra professione.”
‘Per diventare infermieri ci vuole la laurea’
“Per diventare infermieri non si deve ‘fare un corso’, ma prendere una laurea che comporta anni di studi e di tirocinio. Sorprende che anche dopo la emergenza della pandemia, che ha inflitto una dura lezione proprio circa la mancanza di personale infermieristico, si possa ancora pensare alla nostra professione come formata in un imprecisato ‘corso’, magari trimestrale e per corrispondenza.
Studio ci vuole, impegno poliennale, sacrificio e, – sempre che si possa dirlo senza essere fischiati – anche ‘spirito di servizio’: noi siamo più di ogni altro vicini alla sofferenza dei pazienti, siamo ogni giorno nella prima linea della lotta alla morte: altro che ‘corsi’.”
‘Gli infermieri non si formano da un giorno all’altro’
“L’Ordine delle Professioni Infermieristiche certo non prende posizione nella competizione politica che è il sale della democrazia. E formula i suoi auguri alla città e a tutti coloro che sono o saranno candidati a guidarla.
Siamo a loro disposizione, se credono, per illustrargli le problematiche della nostra professione a Roma e nella città metropolitana: a cominciare dal fatto che, sì, è vero, mancano infermieri a Roma come in tutta Italia, che ha il più basso numero di infermieri in relazione alla popolazione di tutti grandi Paesi europei: secondo i nostri calcoli a Roma ce ne vorrebbero altri 4.000: che però non si possono formare da un giorno all’altro, proprio no.”
Autore: Alessio Biondino
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